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Nazionalizzazione «temporanea» per Northern Rock

dal nostro corrispondente Marco Niada

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18 febbraio 2008
Il documento del tesoro britannico

LONDRA - Il Governo britannico ha preso la sofferta decisione di nazionalizzare «temporaneamente» Northern Rock, la moribonda banca di credito ipotecario tenuta in vita da una linea di credito d'emergenza da 25 miliardi di sterline della Bank of England. La decisone, presa domenica 17 febbraio pomeriggio a mercati chiusi, si sta materializzando in queste ore con il passaggio di una legislazione di emergenza in Parlamento per rassicurare depositanti e contribuenti.

Era dagli anni 70 che un Governo britannico non nazionalizzava un'azienda. Per Gordon Brown e il cancelliere Alastair Darling è stata una decisione estremamente tormentata dato che, come era prevedibile, i giornali inglesi li bersagliano da ogni direzione. C'è chi attacca il Governo per avere "espropriato" i piccoli azionisti, chi parla di ritorno al laburismo vecchia maniera, chi dice che mesi di tentennamenti hanno costretto ora a una decisione brutale e anacronistica quando era forse più facile mettere la banca da subito in liquidazione. Il cancelliere ombra dei conservatori, George Osborne ha definito la decisione « una catastrofe » perchè nazionalizzare è facile ma uscirne è assai difficile e perchè una mossa del genere rischia di incrinare la fiducia della comunità internazionale nella finanza britannica, finora all'avanguardia in Europa.

Nell'annuncio dato domenica Darling ha detto che nessuna delle offerte avanzate dalle due cordate private rivali, tra cui quella dell'imprenditore Richard Branson, dava garanzie sufficienti. La nazionalizzazione «temporanea» ha come obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e dare stabilità alla banca che verrà guidata da Ron Sandler, ex amministratore delegato dei Lloyd's di Londra e personaggio stimato nella City. Il fatto è che la nazionalizzazione è uno strumento pesante, che secondo i primi calcoli potrebbe costare ben 3.500 sterline per contribuente (4.500 euro). Infatti tra copertura delle linee di credito, garanzie sui bond che verranno emessi per rimborsare tali crediti gradualmente e totale garanzia sui depositi, l'operazione di salvataggio è stimata in 110 miliardi di sterline, pari a 150 miliardi di euro.

Non è chiaro che accadrà nell'immediato futuro. Per quanto Sabndler ha detto che gestirà la banca normalmente, come qualsiasi altro business, pare che sarà costretto a tagliare almeno un migliaio di posti di lavoro. E se pare che al momento la banca non potrà essere smontata e venduta all'incanto (altrimenti conveniva liquidarla 8 mesi fa quando i guai sono cominciati) è un fatto che difficilmente avrà una strategia di crescita dal momento che verrebbe percepita come un concorrente "sleale" sussidiato dallo Stato nel mondo ultra-competitivo e peraltro in crisi delle istituzioni finanziarie.

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