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I vertici rinuncino agli 8 miliardi di bonus

di Lino Terlizzi

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07 febbraio 2008

«Punto primo, l'aumento di capitale Ubs deve essere aperto agli attuali azionisti. Punto secondo, in questa situazione non è il caso di pagare miliardi di franchi in bonus. Punto terzo, sarebbe meglio che il presidente Ospel uscisse e che la banca lasciasse l'investment banking». Parla con voce molto calma Herbert Brändli, 57 anni, presidente del Consiglio di fondazione di Profond. Ma parole e concetti sono duri, come tagliati nel legno con il famoso coltellino svizzero.
All'assemblea degli azionisti di Ubs, il 27 febbraio, Brändli sarà uno dei capi dell'opposizione. Profond è un istituto per la gestione di fondi della previdenza professionale, dedicato alle piccole e medie imprese elvetiche. Le aziende affiliate sono 1.650, i fondi da gestire sono 2,5 miliardi di franchi. Di questi, 50 milioni di franchi sono investiti in azioni di Ubs. E' zero virgola qualcosa del capitale della maggior banca elvetica, ma in questo quadro basta per farsi ascoltare, tanto piu' che Ubs è una public company.
Con le svalutazioni di 21,3 miliardi di franchi (13,3 miliardi di euro) per i subprime Usa, che causeranno una perdita 2007 di 4,4 miliardi di franchi (2,7 miliardi di euro), Ubs ha annunciato misure di ricapitalizzazione. La principale è l'emissione di obbligazioni convertibili destinate al Gic, fondo sovrano di Singapore, e ad un investitore mediorientale. A conversione avvenuta, il Gic potrebbe avere il 9-10% del capitale Ubs.
«Noi non siamo contrari – dice Brändli – all'ingresso di investitori come il Gic, ma chiediamo perché questo debba avvenire a scapito degli azionisti esistenti, che vedrebbero diluite le loro quote. Esiste un'altra via, piu' normale: facciamo un aumento di capitale per gli azionisti, come prevede lo statuto, e poi eventualmente mettiamo sul mercato le azioni che non dovessero essere rilevate dagli azionisti stessi».
L'obiezione del vertice di Ubs è che non c'è il tempo, che c'è urgenza di avere fondi sicuri per il rilancio della banca. «Ma Ubs – controbatte Brändli – non è in una situazione così disperata. Ci sono problemi, ma le basi sono solide. Il potenziale di lungo termine c'è, il titolo in Borsa ora è sottovalutato. E se il Gic crede nella banca, ci possono credere anche gli azionisti attuali ed altri operatori del mercato».
Secondo Profond, che nella sua opposizione sarà affiancato da fondi di investimento etici e da associazioni di piccoli azionisti, vi sono poi capitoli che il vertice di Ubs sbaglia nel non affrontare, come nel caso dei bonus. «Viene proposto un aumento di capitale di 13 miliardi di franchi – afferma Brändli – e non si parla nemmeno degli 8 miliardi di franchi di bonus per dirigenti, per un parte dei dipendenti. In questa situazione i bonus si potrebbero eliminare. Trovando così subito nuovi mezzi per il rilancio e magari limitando di conseguenza la somma dell'aumento di capitale».
Il focus poi, secondo il presidente di Profond, è quello delle strategie future. «A questo punto – dice Brändli – sarebbe meglio che Marcel Ospel non rimanesse alla presidenza del cda. Ma il fatto vero è che una grande banca svizzera come Ubs non puo' dare tutto questo peso alle attività di investment banking, che si stanno mostrando come sede principale dei problemi».

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