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Dopo il grande rifiuto: Yahoo! flirta con Aol Microsoft sta alla finestra

di Gianni Rusconi

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12 febbraio 2008
Il comunicato di Yahoo!
Il comunicato di Microsoft

«It is unfortunate that Yahoo! has not embraced our full and fair proposal to combine our companies…». Attacca così il comunicato emesso ieri da Microsoft, una volta ricevuta ufficialmente la risposta negativa del board di Yahoo! alla super offerta di 44,6 miliardi di dollari. Un vero peccato, pensano a Redmond, la presa di posizione della casa californiana (almeno negli intenti) è al momento chiara: a queste condizioni non si vende e i 31 dollari per azione offerti non rispecchiano il valore della società (pare che il prezzo di ingresso sia fissato a 40 dollari, il doppio del valore del titolo Yahoo! in Borsa a inizio febbraio).

In Microsoft l'hanno presa tutto sommato bene e la proposta di acquisizione formulata da Steve Ballmer rimane quindi aperta, nella speranza che gli azionisti della compagnia rivale la possano prima o poi accettare.
Il punto, però, è proprio questo: e se nel frattempo intervenissero altri clamorosi eventi a cambiare le carte in tavola del matrimonio hi-tech forse più importante della storia? Yahoo!, recita infatti un articolo apparso sul Times di ieri, si è riavvicinata ad Aol e sta valutando nel contempo anche altre strade, che portano per esempio da Google ma anche a casa Disney.

L'alleanza, o meglio la fusione, con l'ex regina del Web made in Usa, America on Line appunto, sarebbe una sorta di ritorno al passato, ai tempi in cui le due società flirtavano in cerca di un accordo (mai raggiunto) che poteva cambiare lo scacchiere del mercato dei servizi Internet già qualche anno addietro.
Quelle sopra riportate sono, sebbene autorevoli, ipotesi non confermate dalle parti interessate e nel gioco del tourbillon mediatico scatenatosi dal giorno del lancio dell'Opa da parte di Microsoft trovano posto anche altre indiscrezioni. Alcuni analisti, per esempio, non vedono di buon occhio la possibile decisione di Yahoo! di rilevare Aol, e questo perché la società del gruppo Time Warner è costosa (Google vi ha investito 20 miliardi di dollari per avere il 5% delle azioni) e perché la piattaforma di Aol non è indipendente in quanto si appoggia proprio alla tecnologia di Google per quanto riguarda la pubblicità contestuale. Già, Google. A Mountain View non vogliono per mille motivi la scalata di Microsoft e al di là delle dichiarazioni di condanna, lanciate sul proprio blog, nei confronti dell'atteggiamento da "conquistatori" profuso dalla casa di Redmond, la società di Mountain View rimane un candidato eccellente per portare a termine un'operazione con Yahoo!. Infine Amazon. Anche il più noto sito di shopping on line al mondo, sostengono alcuni siti americani, potrebbe essere un interessato pretendente, con l'obiettivo di combinare i servizi Web di Yahoo! al proprio negozio musicale on line.

Tirate le somme del caso, è facile intuire come Microsoft, che difficilmente alzerà in modo sensibile la propria offerta, rimanga in pole position. Facile, lo ha scritto il Financial Times, che la battaglia con il board di Yahoo! sia solo all'inizio e che Steve Ballmer vesta idealmente i panni di Larry Ellison (il Ceo di Oracle) per portare a termine, anche forzando la mano, un'operazione decisiva per il futuro nel Web del colosso del software. C'è chi, in proposito, ha già paventato un possibile rilancio dell'Opa a 35 dollari per azione leggendo fra le righe del comunicato emesso da Microsoft nella giornata di ieri. Altri, invece, sono convinti che il "deal" si farà e si farà alle condizioni proposte lo scorso 8 febbraio: non ci sono altre offerte di tale portata e non sarà facile tenere a bada le pretese di azionisti che, con la vendita della società a Microsoft, realizzerebbero ingenti profitti. Si potrebbe quindi arrivare a una situazione simile a quella verificatasi per la scalata di Oracle a Bea Systems, con il finanziere Carl Icahn (maggiore azionista di quest'ultima) a fare pressione per convincere il consiglio di amministrazione a cedere (con un ulteriore premio rispetto all'iniziale proposta) alle offerte della società californiana.

Nel caso di Yahoo! la scena si potrebbe anche ripetere e la prossima rielezione dei 10 membri del board (le nomine degli azionisti verranno raccolte da domani fino al 14 marzo) avrebbe in tal senso un peso notevole. La domanda che rimbalza nella comunità finanziaria americana è quindi la seguente: quando scatterà l'azione ostile vera e propria di Microsoft? Si concretizzerà portando le proprie pedine all'interno della stanza dei bottoni di Yahoo!?

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