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Cardia: «Troppe esternazioni su Alitalia». Titolo in altalena

di Orazio Carabini

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25 MARZO 2008

Il presidente della Consob: « Quando un politico manifesta desideri o finalità da raggiungere può muovere il titolo». A Piazza Affari in avvio di contrattazioni prezzo teorico per Alitalia: +38%

Che una compagnia aerea, con un titolo quotato in Borsa, diventasse il tema centrale della campagna elettorale nessuno avrebbe potuto prevederlo. Nemmeno Lamberto Cardia se lo aspettava. Il presidente della Consob ha meditato sugli eventi degli ultimi giorni e ha concluso che è giunta l'ora di «richiamare tutti alle proprie responsabilità », come spiega in questa conversazione con il «Sole- 24 Ore».


«Sento tutto il peso e comprendo tutti i limiti di questo appello premette Cardia ma il silenzio della Consob non sarebbe stato consono al ruolo che riveste nella società italiana ». Certo, non è facile intervenire quando la bagarre su Alitalia investe la politica e i suoi maggiori protagonisti. In gioco c'è il futuro della società, " promessa"dall'attuale Governo e dal suo management alla più grande compagnia europea, Air France-Klm. "Svenduta", dicono i sindacati e l'attuale opposizione che i sondaggi danno favorita alle prossime elezioni politiche. E il cui leader Silvio Berlusconi annuncia una cordata italiana, da lui stesso promossa e a cui potrebbero addirittura partecipare i suoi familiari, intenzionata a rilevarla e a rilanciarla. Tutto questo mentre Alitalia è vicina al fallimento e la scadenza per dire sì ai francoolandesi, il 31 marzo, incombe.


La furia polemica ha rotto ogni argine. Le regole del mercato sono state travolte. Chiunque si sente in diritto di parlare, a qualsiasi ora, annunciando fatti o propositi la cui concretezza è sempre tutta da accertare. Il titolo è in balìa non tanto degli eventi quanto dei ping pong polemici. «Il mio – spiega Cardia è un appello del tutto istituzionale, privo di significati politici. L'obiettivo della Consob è di assicurare parità di informazione a tutti gli operatori. E in questi giorni si rischia di violare questo principio».


Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha parlato di insider trading, ma nel caso Alitalia il problema potrebbe essere la manipolazione, come si chiama l'aggiotaggio dopo l'entrata in vigore della direttiva sul market abuse. La diffusione di informazioni non appropriate può causare anomalie nell'andamento dei prezzi senza che necessariamente chi le ha diffuse ne ricavi un lucro.
«Quando un politico manifesta desideri o finalità da raggiungere spiega Cardia può innescare movimenti del titolo e rendere squilibrato il mercato.


Invece bisogna distinguere progetti e finalità dai fatti concreti. La parità di informazioni deve esserci anche sugli intendimenti». Per il presidente della Consob anche i politici devono attenersi alla regola aurea: «Notizie certe, chiare e a Borsa chiusa». Attenzione quindi agli annunci di cordate finché il progetto non è definito. E basta con le dichiarazioni di ministri che mettono in discussione i conti di Alitalia. «Noi abbiamo il dovere prosegue Cardia di chiedere a tutti di parlare di fatti e di progetti precisi». La Consob è convinta di aver fatto il possibile per gestire nel modo migliore la vicenda Alitalia. Fin dal giugno 2004 quando la compagnia aerea fu inclusa nella "lista nera": da allora la società deve fornire al mercato ogni mese la propria situazione contabile. In quel modo la Consob impone alle società di segnalare agli investitori che la " continuità aziendale" è a rischio oppure che la società versa in una grave crisi finanziaria. In altre parole le vedove e gli orfani sono avvertiti. «Se un'impresa spiega Cardia dichiara di avere una determinata situazione di liquidità, qualcuno può dire che con quei soldi si può durare dieci mesi anziché uno, non che la situazione di liquidità è diversa da quella rappresentata al mercato».


Che Alitalia sia uno dei giocattoli preferiti dalla politica non lo si scopre certo oggi. In parte è inevitabile perché lo Stato, attraverso il ministero dell'Economia (Mef), rimane di gran lunga il suo principale azionista. E i tentativi di privatizzazione non sono mai andati a buon fine. Basta ricordare il matrimonio fallito con gli olandesi della Klm nel 2001 o la presunta cordata italiana sponsorizzata dal ministro Pietro Lunardi che faceva perno sull'imprenditore Paolo Sinigaglia, patron di Alpi Eagles. Altre cordate misteriose si sono materializzate sui giornali e rapidamente dileguate: da quella del finanziere Paolo Alazraki a quella dell'ex-presidente della Corte costituzionale Antonio Baldassarre.


Così, fra privatizzazioni fallite o fantasma e monitoraggio della società inclusa nella lista nera, il pressing della Consob è stato martellante, con richieste di informazioni al mercato rivolte alla compagnia e ad altri soggetti. Come quelli coinvolti nella procedura d'asta del 2007 che non ha prodotto risultati concreti. «In questi anni racconta Cardia ho scritto più volte ai ministri dell'Economia (Giulio Tremonti, Domenico Siniscalco e Tommaso Padoa-Schioppa, ndr), invitandoli a chiedere ai colleghi di governo di astenersi da interventi a Borsa aperta su argomenti che esulano dalle loro competenze istituzionali». È peraltro lecito chiedersi se la politica non abbia il diritto di occuparsi del futuro dell'Alitalia e, di conseguenza, del trasporto aereo in Italia. «Non c'è dubbio – risponde il presidente della Consob che la politica deve avere i suoi spazi. Si possono tracciare dei binari precisi entro i quali è comunque possibile a tutti esprimere le proprie valutazioni. Ma sono pochissime le persone titolate a farlo. Nel regno delle idee la politica dovrebbe parlare attraverso il ministro dell'Economa dopo che la posizione è stata concordata nel consiglio dei ministri. Ma questo, mi rendo conto, è il regno delle idee. Quando qualcuno parla, è dovere della Consob verificare il rispetto delle regole».
  CONTINUA ...»

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