Il mercato fa paura. E Banca Italease, ieri in calo del 11,13%, sembra rievocare nel suo bilancio 2007 tutti i "demoni" della passata gestione: perdite sui derivati (651,5 milioni), rettifiche di valore sui crediti (balzati a 163,3 milioni) e costi operativi in forte crescita (+32,8% a 200 milioni). Non poteva che essere così. Né si poteva sperare che l'istituto di leasing negli ultimi mesi del 2007 potesse cancellare la stagione di irregolarità gestionali che ha spinto la Banca d'Italia ad azzerare il vecchio consiglio d'amministrazione e la magistratura ad arrestare con l'accusa di associazione a delinquere e distrazioni l'ex amministratore delegato Massimo Faenza e altri manager e procacciatori d'affari del gruppo.
In un contesto molto difficile per i mercati, con il titolo Italease che ieri ha fatto segnare in Borsa i nuovi minimi storici di 5,27 euro (a fronte di un net asset value di 9,39 euro), la banca si è messa alle spalle un 2007 con perdite nette per 525,6 milioni di euro. Un dato, sostanzialmente previsto,che nasconde l'avvenuto risanamento del gruppo. Il bilancio 2007 riassume infatti i risultati di stagioni e gestioni differenti: quelle di Faenza, con i suoi strascichi economici e giudiziari, e il nuovo corso con la pulizia dei conti, la ricapitalizzazione da 700 milioni e la rifocalizzazione sul core business avviato dall'amministratore delegato Massimo Mazzega e del presidente Lino Beneassi. Guardando alla nuova stagione, si nota così che Italease nel quarto trimestre 2007 è tornata a produrre profitti prima delle tasse, con il risultato lordo migliorato di 28,8 milioni (a -649,6 milioni) rispetto alle perdite registrate a fine settembre. Un primo passo verso il ritorno all'utile netto che potrebbe essere confermato oggi come target per il 2008 nel corso della presentazione dei conti annuali alla comunità finanziaria.
Peraltro, nonostante gli scandali del passato e il contesto economico sfavorevole, «il riflesso economico delle attività caratteristiche di Italease nel 2007 è stato positivo ha sottolineato una nota generando un incremento del margine di interesse pari al 2,7% rispetto al 2006, passato da 293 milioni di euro a 300,9 milioni ». L'aumento è in gran parte attribuibile all'incremento degli impieghi in portafoglio, saliti del 10% a 23,4 miliardi di euro.
La banca nonostante la ricapitalizzazione abbia riportato il Tier 1 ratio al 7,28, con un patrimonio netto salito del 34,6% a 1,53 miliardi sta ancora scontando gli effetti degli scandali e del minore merito di credito: il margine di interesse è stato infatti «negativamente influenzato da un incremento del costo della raccolta a seguito delle condizioni di mercato e dell'abbassamento dei rating, dagli effetti derivanti dalla contabilizzazione del portafoglio crediti della ex-Leasimpresa, nonché da una generale pressione sui margini, particolarmente nella prima parte dell'anno, a seguito dell'intensificarsi della dinamica competitiva ». E se le commissioni nette, pari a 66,5 milioni, hanno registrato un incremento pari al 7,7% rispetto al 2006, il risultato netto dell'attività di negoziazione (- 652,3 milioni) ha risentito per 651,5 milioni delle perdite nette sui derivati.
Per quanto riguarda il taglio dei costi, la banca ha annunciato ieri un nuovo controllo del turnover del personale che porterà risparmi per 5 milioni di euro già nel 2008.