Era un dato atteso da molti, come verifica dell'"effetto Bersani" per l'industria del credito. E dalle prime cifre emerge che molti proprietari di casa erano in attesa di sostituire il vecchio mutuo con uno nuovo, dal tasso più basso, a più lunga durata o addirittura dall'importo superiore. L'Osservatorio Assofin sul 2007 registra come il 13% dei nuovi mutui accesi nel corso dell'anno sostituisca mutui accesi in precedenza. Una percentuale che supera il 20% i contratti stipulati attraverso il canale web.
La causa principale di questo fenomeno è l'eccessiva onerosità dei prestiti accesi in precedenza rispetto al nuovo, complice il rialzo dei tassi operato dalla Bce. D'altronde la forte domanda di prestiti per l'acquisto di un'abitazione e l'arrivo di diversi player stranieri, ha negli ultimi mesi ridotto di molti punti base gli spread offerti, abbassando la rata; e dall'altra parte ha allungato la durata dei mutui, che determina la riduzione dell'esborso periodico. Nella sua indagine Assofin sottolinea come una parte consistente di queste sostituzioni siano state suggerite dalle stesse banche, che si sono mosse pro-attivamente per fidelizzare la propria clientela, in un mercato che è diventato negli anni più aperto e concorrenziale.
E' comunque da segnalare che nella quota indicata dall'indagine, rientrano sia le rinegoziazioni, sia i mutui di sostituzione, quelli stipulati ex novo da un proprietario con una nuova banca, sia le surroghe: ossia l'intervento di un nuovo istituto di credito al posto di un altro, mantenendo inalterata l'ipoteca e quindi senza il riturale e costoso passaggio dallo studio notarile. A gennaio scorso l'Abi, associazione bancaria italiana, aveva reso noto che erano stati 42mila i mutui rinegoziati nei primi mesi dell'anno scorso, mentre nello stesso periodo erano stati estinti anticipatamente 50mila contratti. (Ma.l.C.)
