Lo Stato svizzero per ora non interverrà a sostegno di Ubs, gigante bancario elvetico colpito dalla crisi innescata dai mutui a rischio Usa, né di altre banche rossocrociate. Due ministri del Governo di Berna - il responsabile delle Finanze Hans-Rudolf Merz e la responsabile dell'Economia Doris Leuthard - hanno spiegato che la situazione non è tale da richiedere interventi straordinari e che in ogni caso lo Stato non potrebbe né vorrebbe intervenire. Merz e Leuthard hanno affidato alla stampa elvetica le loro precisazioni, dopo che il dibattito internazionale su eventuali misure da parte degli Stati ha fatto il suo ingresso anche in Svizzera.
Sono state in particolare le dichiarazioni di Josef Ackermann, svizzero che pero' guida la tedesca Deutsche Bank, ad essere riprese nella Confederazione. Secondo Ackermann, alcune forme di intervento pubblico nel quadro attuale sarebbero ora inevitabili. Quanto accaduto in Gran Bretagna con la temporanea nazionalizzazione di Northern Rock, in Germania con il supporto ad IKB, negli Usa con la cessione di Bear Stearns alla JP Morgan sotto l'egida della Fed, sarebbero tutti segnali in questo senso, secondo altri esperti elvetici del settore.
Le posizioni di Ackermann pero' sarebbero rivolte soprattutto agli Usa, a parere di Doris Leuthard. "Sono d'accordo con lui - ha detto la responsabile dell'Economia - solo quando dice che non bastano le misure prese finora dalla amministrazione Bush. Ma il punto è che il settore deve risolvere da solo i problemi a livello internazionale, dotandosi di maggiori fondi propri e cambiando la politica dei bonus nell'investment banking". Hans-Rudolf Merz dal canto suo ha escluso il rischio di un collasso per le banche svizzere. Ed ha ribadito che lo Stato comunque non interverrà. "Non spetta allo Stato - ha affermato il respensabile delle Finanze - decidere la strategia delle imprese. Lo Stato deve solo svolgere il ruolo di regolatore e cio' vale anche nei periodi di crisi".