LONDRA - A mali estremi, estremi rimedi: la Banca d'Inghilterra ha annunciato stamattina, lunedì 21 aprile, la maggiore operazione di emergenza della sua storia per ridare liquidita' al settore bancario. La Bank of England (BoE) mette da oggi a disposizione delle banche almeno 50 miliardi di sterline (circa 65 miliardi di euro) di obbligazioni garantite dallo Stato in cambio di crediti immobiliari per allentare le condizioni del mercato del credito.
Si tratta di uno swap tra titoli di Stato a un anno, rinnovabili fino a un massimo di tre anni, offerti dalla BoE in cambio di crediti immobiliari e altri asset fino ad ora ritenuti scadenti. Gli swap sono disponibili solo su asset con rating "AAA" acquisiti prima di fine 2007 e non possono essere usati per finanziare nuovi crediti. Le banche non dovranno pagare tassi d'interesse punitivi ma solo il Libor, il tasso interbancario a tre mesi.
Tra la Commissione europea e le autorità britanniche sono subito stati avviati «stretti contatti». Anche se «è troppo presto per cominciare a speculare e dire se si tratta o meno di aiuti di Stato», ha indicato il portavoce della commissario alla concorrenza Neelie Kroes. L'unica mossa formale in relazione ai salvataggi bancari in Germania e Regno Unito è quella di Eurostat che ha aperto un dossier per chiarire il modo in cui devono essere trattati dal punto di vista della contabilità nazionale.
«Lo Special Liquidity Scheme della Banca d'Inghilterra è stato studiato per migliorare la liquidità del sistema bancario e aumentare la fiducia nei mercati finanziari assicurando al tempo stesso che le banche continuino ad accollarsi i rischi di perdite sui crediti concessi», ha dichiarato stamani Mervyn King, governatore della Bank of England. King ha sottolineato che, per evitare che il settore pubblico si assuma il rischio di eventuali perdite, le banche dovranno dare come garanzia alla BoE «asset di valore molto superiore dei titoli di Stato che ricevono».
Si tratta di una netta inversione di marcia per Threadneedle Street, che mette la Banca centrale inglese in linea con la Bce e la Fed. Nei mesi scorsi invece, mentre la Banca centrale europea e quella americana intervenivano con decisione per dare sostegno alle banche in difficolta', King aveva insistito che non era corretto da un punto di vista etico aiutare istituti che avevano preso decisioni azzardate e rischi eccessivi.
La Banca ha ammesso oggi che «i mercati finanziari non stanno operando normalmente e senza un intervento questo avrà un impatto sull'economia». Il credit crunch e la mancanza di fiducia nel settore hanno portato a un congelamento dei crediti interbancari e a un'impennata dei tassi, nonostante il calo dei tassi d'interesse ufficiali. Tutte le banche hanno ridotto la disponibilità di credito sia alle imprese che ai privati e ridotto la gamma di mutui disponibili, chiedendo depositi piu' elevati e maggiori garanzie ai richiedenti. L'erogazione di mutui ha subito un brusco calo.
Alcuni economisti hanno già espresso l'opinione che l'operazione della Banca sia «troppo poco e troppo tardi» e che un intervento deciso l'estate scorsa avrebbe potuto prevenire l'aggravamento della crisi e impedire il fallimento e nazionalizzazione di Northern Rock. «Sicuramente è un aiuto, - ha dichiarato stamattina George Buckley, UK economist di Deutsche Bank. – Ma le banche hanno molto più di 50 miliardi di sterline di crediti immobiliari quindi questo intervento non risolverà la situazione».