Palazzo Chigi ha ricevuto la lettera con cui la Commissione Ue chiede informazioni sul prestito all'Alitalia e si impegna quindi a fornirle entro dieci giorni, oltre che a rispettare le procedure dei Trattati Ue.
Ma a Bruxelles ha già risposto a mezzo stampa il presidente del Consiglio in pectore, Silvio Berlusconi: «Adesso la fanno difficile, ma io non sono preoccupato: è l'unica cosa da fare. Non preoccupatevi di questo problema - ha detto il cavaliere ai giornalisti - l'Unione europea deve aiutare le cose giuste e non fare difficoltà».
«In relazione alla lettera della Commissione europea sul prestito di 300 milioni di Euro ad Alitalia - aveva affermato nel pomeriggio una nota di Palazzo Chigi - il Governo conferma che fornirà, entro dieci giorni lavorativi indicati nella lettera, le informazioni richieste e, a garanzia della certezza giuridica dell'intervento, espleterà le procedure previste dal Trattato». In sostanza, l'esecutivo Prodi, ormai agli sgoccioli, ha girato al nuovo Governo l'onere di dare spiegazioni alla Commissione Ue che non può più avallare aiuti di Stato per l'Alitalia.
La Commissione europea ha chiesto chiarimenti al Governo italiano sulla natura del «prestito ponte» di 300 milioni di euro concesso all'Alitalia. Michele Cercone, portavoce del commissario Ue ai Trasporti Jaques Barrot, ha precisato che la richiesta scaturisce dai «dubbi» dell'Esecutivo sulla natura del prestito che potrebbe costituire un aiuto di Stato incompatibile con le regole del mercato unico europeo.
«Mercoledì sera - ha spiegato il portavoce - un incontro con le autorità italiane: ci hanno presentato le misure prese in favore di Alitalia, consegnato una lettera e alcuni documenti che illustrano questa misura e hanno sostenuto che la misura non è un aiuto di Stato perchè il prestito è stato dato a condizioni commerciali». Al momento, ha osservato Cercone, «stiamo analizzando i documenti in dettaglio ma è già chiaro che nei prossimi due giorni i nostri servizi manderanno una lettera alle autorità italiane informandole di una serie di dubbi che abbiamo su questa misura e richiedendo ulteriori chiarimenti. Quello che vogliamo capire chiaramente è se questa è un'operazione commerciale o se ci sono degli elementi di aiuti di Stato coinvolti: un prestito dato a tassi di interesse commerciali può ancora costituire aiuto di Stato se un prestatore commerciale considererebbe il beneficiario non abbastanza sicuro da non potergli concedergli il prestito» e «questo è anche un aspetto che dovremo prendere in considerazione».
Contro la misura decisa dal Governo italiano si schierano anche alcune compagnie aeree concorrenti di Alitalia. Prima fra tutte Ryanair, che ha annunciato l'intenzione di sollevare una protesta formale a Bruxelles: «L'ultimo salvataggio da 300 milioni di euro di Alitalia è una beffa alla normativa Ue sugli aiuti di stato. Sostenere un'aerolinea nazionale inefficiente, che sarebbe dovuta finire in bancarotta, tempo fa è semplicemente illegale», ha tuonato il direttore legale della compagnia low cost, Jim Callaghan. Più cauta British Airways: «Seguiremo da vicino la situazione per assicurarci che le norme Ue sugli aiuti di stato siano rigidamente rispettate», ha detto un portavoce. Non ha dubbi il Wall Street Journal: il prestito, scrive il quotidiano, «ha tutta l'aria di un aiuto di stato illegale» che la Commissione europea «può e deve respingere».