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Mediaset paga l'effetto Endemol

di Simone Filippetti

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14 maggio 2008

Il 2008 inizia a due velocità per Mediaset: salgono i ricavi, ma diminuiscono gli utili (già in trend decrescente rispetto al 2007 quando il trimestre aveva visto i profitti scendere del 14%). In un mercato ormai stagnante, la crescita dei ricavi di Mediaset è un segnale incoraggiante perché indica che la pubblicità è in ripresa. E non è poco, tanto che Piazza Affari ha premiato il gruppo televisivo della famiglia Berlusconi con un rialzo dell'1,31% (6,25 euro), perché il quadro sul mercato editoriale italiano appare più roseo dopo i numeri del gruppo presieduto da Fedele Confalonieri. Il giro d'affari è salito del 14% a 1,09 miliardi di euro dai 965 dei primi tre mesi del 2007. In Itali la raccolta, l'indicatore più sensibile del ciclo economico e dell'andamento del gruppo, è salita del 3%, confermando le anticipazioni dei mesi scorsi.
Nell'ultima riga, però, Mediaset paga l'effetto Endemol, la società di produzioni tv acquisita l'anno scorso: gli ammortamenti in sede di allocazione del prezzo pagato e maggiori oneri finanziari (dovuti anche all'acquisizione di Medusa) hanno fatto scendere gli utili del 2,8%, da 124,5 a 121 milioni nei primi tre mesi del 2008 (nonostante un prelievo fiscale più favorevole). Senza quegli oneri il risultato netto sarebbe stato in crescita a 126 milioni. Al di là delle partite straordinarie, la gestione industriale non ha particolarmente brillato, visto che l'utile operativo (Ebit) è rimasto fermo (255,8 milioni) per colpa di maggiori ammortamenti e svalutazioni che hanno azzerato il progresso del margine operativo lordo (salito da 479 a 545 milioni nel periodo). I debiti netti del gruppo sono invece scesi passando da 1,2 miliardi di fine anno a 967 di fine marzo, grazie anche ad una più forte generazione di cassa: la liquidità è di 280 milioni contro i 211 di un anno prima.
L'Italia, il mercato più debole negli ultimi anni, ha mandato segnali di una maggiore vivacità con una crescita dei ricavi di quasi il 20% (a 850,5 milioni), grazie a Mediaset Premium, la nuova piattaforma di pay-tv sul digitale terrestre i cui ricavi sono raddoppiati a 108,8 milioni e al consolidamento del gruppo cinematografico Medusa, mentre la Spagna, che ultimamente aveva fatto registrare una crescita molto sostenuta, è rimasta ferma (249 milioni di ricavi e utili in calo a 81,5 milioni).
Ora, per il gruppo televisivo di cui Piersilvio Berlusconi è vice-presidente, diventerà cruciale il secondo trimestre: storicamente il terzo quarter è sempre debole per Mediaset e per consolidare la buona partenza, in attesa del rush finale di fine anno legato al Natale, occorre che la raccolta pubblicitaria mantenga gli stessi ritmi anche in primavera. Dalle anticipazioni date dai vertici del gruppo di recente e anche ieri nel corso di una conference call con gli analisti, aprile è andato bene (con una crescita oltre il 3%), sebbene, ha spiegato il dg di Publitalia Luigi Colombo, le stime fossero più alte, mentre in maggio «l'azienda dovrebbe mantenere più o meno un trend simile».
Sul mese di giugno Mediaset ha spiegato che è difficile fare previsioni, ma sul periodo incideranno gli Europei di calcio che non saranno trasmessi da Mediaset. L'impatto sull'azienda, però, stimavano ieri gli analisti, non sarà significativo perché così è stato in passato e gli eventi sportivi hanno sempre ricadute a pioggia su tutto il mercato pubblicitario in generale. Per l'intero anno Mediaset si attende un utile in crescita rispetto al 2007 (507 milioni), che però ha chiuso ancora sotto l'anno record 2005, quando i profitti sfondarono quota 600 milioni. Tra le novità dei prossimi mesi potrebbe esserci anche l'atteso accordo con Sky, per il quale da tempo le due emittenti hanno aperto trattative. «Sono ancora ottimista e fiducioso sugli esiti della negoziazione. Si tratta di una questione legata ai termini finanziari i cui tempi sono peraltro influenzati dal fatto che nè noi nè Sky abbiamo ragione di avere fretta» ha detto il cfo Mauro Giordani.

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