L'appuntamento è per oggi pomeriggio. Con l'assemblea di Poste italiane prende il via la fase finale della complessa partita che si sta giocando sulle nomine nelle società controllate dal Tesoro. La nuova maggioranza uscita dalle elezioni ha raggiunto un accordo sulla conferma degli amministratori delegati: dopo Pierfrancesco Guarguaglini alla Finmeccanica (che cumula la posizione con quella di presidente), saranno nominati per un altro triennio Paolo Scaroni (Eni), Fulvio Conti (Enel) e Massimo Sarmi (Poste).
Più faticosa si sta rivelando la scelta dei presidenti. Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe stata raggiunta un'intesa per la conferma degli attuali vertici dell'Eni e dell'Enel. Il pressing per convincere Roberto Poli, che aveva manifestato la sua intenzione di lasciare l'incarico, avrebbe avuto successo. E per evitare di avviare una tortuosa trattativa con la Lega e con An il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti avrebbero deciso di confermare Piero Gnudi alla presidenza dell'Enel, anche ieri sera circolava ancora il nome di Guidalberto Guidi.
Non a caso ieri il consulente bolognese, che è considerato vicino al leader dell'Udc Pierferdinando Casini, è stato ricevuto a Palazzo Chigi da Letta. Nessun commento sui contenuti dell'incontro.
Se prevalesse questa linea, l'unica novità nelle posizioni di vertice potrebbe riguardare proprio le Poste dove l'attuale presidente Vittorio Mincato, ex-amministratore delegato dell'Eni, non sarebbe confermato. Al suo posto An avrebbe ottenuto la designazione di Salvatore Rebecchini, 53 anni, ex-presidente della Cassa depositi e prestiti, dirottato dopo l'avvento del centro-sinistra nel 2006 alla presidenza del Fondo infrastrutture F2i. Fa parte del comitato scientifico della fondazione Magna Carta ed è animatore dell'istituto Thomas More.
La partita delle nomine dovrebbe risolversi oggi anche se l'assemblea di Poste italiane, che non è quotata, potrebbe essere tenuta aperta dal Tesoro in attesa di un accordo complessivo. I tempi comunque stringono perché entro domani gli uffici di via XX settembre dovranno depositare le liste per i consigli di amministrazione dell'Eni e dell'Enel che sono quotate e che terranno la loro assemblea in prima convocazione il prossimo 9 giugno.
Sembra quindi tramontato il sogno della Lega e di An di conquistare una posizione di vertice nei due colossi dell'energia. Per la presidenza dell'Eni e dell'Enel la Lega aveva avanzato la candidatura di Giuseppe Bonomi, attuale presidente e amministratore delegato della Sea, e di Gianfranco Tosi, consigliere della società elettrica. An invece puntava all'Enel sul consigliere Alessandro Luciano. Forza Italia, da parte sua, aveva messo sul piatto il nome di Gianpiero Cantoni, presidente della commissione Difesa del Senato ed ex-presidente della Bnl. Bisognerà vedere se nella composizione dei consigli di amministrazione le pressioni dei partiti sono state tenute in conto. Alle Poste, tra l'altro, il Cda si deve ridurre dagli attuali 11 a soli cinque componenti.
Gnudi e Poli sono entrambi al terzo mandato come presidenti rispettivamente dell'Enel e dell'Eni. Gnudi è stato anche l'ultimo presidente dell'Iri, la holding pubblica che è stata progressivamente privatizzata e liquidata negli anni 90. Fa parte del Cda di UniCredit.
Anche Poli, con la sua Poli e Associati, ha una società di consulenza nel settore della finanza aziendale, delle operazioni straordinarie, delle acquisizioni e ristrutturazioni aziendali. È consigliere di Mondadori, Fininvest, Merloni Termosanitari, Coesia, Maire Tecnimont e Perennius Capital Partners.
