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Erg, asse russo con Lukoil

di Monica D'Ascenzo

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24 giugno 2008

I dettagli saranno svelati stamattina, alle 10 ora di Mosca, al Vega Building di Sretensky boulevard, sede di Lukoil, il maggiore gruppo russo non statale del settore petrolifero. La conferenza stampa del colosso moscovita, nella quale saranno rivelati i programmi di espansione, avrà un sapore italiano.
Lukoil si garantisce infatti uno sbocco nell'area del Mediterraneo con l'acquisizione del 49% del capitale di Erg Raffinerie Mediterranee, società del gruppo Erg della famiglia Garrone, nel più grande investimento di un gruppo russo in Italia: circa 1,35 miliardi di euro. L'accordo di partnership, siglato ieri, prevede la costituzione di una newco in cui Lukoil deterrà appunto il 49% e Erg il restante 51% con una gestione congiunta delle attività. Inoltre l'intesa prevede la possibilità per il gruppo russo di salire al 100% del capitale della joint venture. Sul fronte Lukoil l'advisor finanziario è stato Credit Suisse e gli advisor legali sono stati lo studio americano con sede a Mosca Akin Gump Strauss Hauer & Feld LLP e lo studio italiano Gianni, Origoni, Grippo & partners , mentre Erg è stata seguita da Rothschild e dallo studio legale Grimaldi e Associati.

Una porta sul Mediterraneo

A presentare le strategie di Lukoil questa mattina sarà il vice ceo Leonid Fedun, ma ieri la società non ha voluto dare ulteriori informazioni riguardo ai contenuti della conferenza stampa, che può essere seguita anche in conference call per gli investitori internazionali. Il gruppo russo sta sviluppando diversi progetti internazionali dall'Asia Centrale al Sud America, in risposta ai progetti sul mercato interno dei competitor Rosneft and Gazprom. E l'amministratore delegato Vagit Alekperov aveva dichiarato solo il 7 giugno scorso che l'obiettivo del gruppo quest'anno è quello di acquisire attività nella produzione e nella raffinazione. Mentre solo tre giorni prima Fedun aveva precisato che Lukoil è pronta a investire 15 miliardi di dollari nel 2008 sia per l'acquisizione di attività esistenti sia per lo sviluppo di nuovi progetti.
Il prezzo offerto, che valorizza la raffineria di Priolo circa 2,7 miliardi di euro, è stato decisamente allettante, tanto che la famiglia Garrone non ha potuto rifiutare l'offerta pur decidendo di mantenere la maggioranza del capitale. D'altra parte per Erg Raffinerie Mediterranee nel recente passato era stata vagliata anche l'ipotesi di quotazione, poi accantonata per i corsi di Borsa poco favorevoli che avevano fatto fare un passo indietro anche al gruppo Api. Il valore dell'operazione incorpora naturalmente la valenza strategica, vale a dire il premio dell'ingresso di Lukoil nel mercato europeo e del Mediterraneo.
Lukoil, che ha chiuso il primo trimestre del 2008 con un utile da 3,163 miliardi di dollari in crescita del 143% a fronte di ricavi per 25,084 miliardi (+59,4%), controlla in Russia quattro raffinerie per una capacità complessiva di 44,1 milioni di tonnellate all'anno. Fuori dai confini nazionali Lukoil ha raffinerie in Ukraina, Bulgaria e Romania per una capacità di 14 milioni di tonnellate all'anno.

Diversificazione per Erg

Le azioni del gruppo italiano ieri a Piazza Affari hanno chiuso a 15,329 euro per azione in progresso del 2,37%, in una seduta generalmente positiva per l'intero comparto. Già venerdì scorso, però, Erg aveva registrato un balzo del 6,11% con volumi pari a quasi tre volte la media degli ultimi sei mesi. Secondo diversi analisti il titolo Erg già scontava le indiscrezioni su una possibile cessione di parte delle raffinerie. Il mercato, secondo un report di Ubs, aveva reagito positivamente ai rumors perchè contava sul fatto che Erg potesse realizzare un prezzo elevato per la partecipazione ceduta, in ragione del quale sarebbe stata in grado di migliorare la propria posizione finanziaria netta. In secondo luogo l'operazione può riposizionare Erg come società del settore utility e quindi essere valutata con multipli diversi rispetto a quelli del comparto petrolifero. D'altra parte Erg aveva annunciato nel piano industriale presentato a maggio investimenti per circa 2 miliardi nel triennio al 2011, di cui oltre il 60% mirato alla produzione di energia da fonti rinnovabili e termoelettriche.
Anche il gruppo russo punta sulla diversificazione rispetto alle attività di downstream, guardando anche ad aree geografiche complementari a quelle in cui è già presente. Il titolo Lukoil ieri ha chiuso la seduta alla Borsa russa a 99,35 rubli ad azione in calo del 2,79%, per una capitalizzazione complessiva di 84,5 miliardi di dollari (poco meno di 55 miliardi di euro) e con un saldo positivo da i minimi di gennaio del 54 per cento.
Nell'arco di una settimana si tratta del secondo investimento di rilievo, dopo quello dei cinesi di Zoomlion in Cifa, di gruppi dei Paesi Emergenti in Italia. E c'è chi scommette che non sia ancora finita qui.

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