Société Générale cerca di lasciarsi alle spalle lo "scandalo Kerviel" e lo fa entrando in America, nel mercato dei patrimoni dei super-ricchi. Il biglietto da visita è di quelli prestigiosi, perché porta il nome di Rockefeller.
La divisione private banking della banca parigina ha infatti comprato il 37% di Rockefeller Financial Services, gruppo che gestisce beni di gruppi facoltosi. Per la banca, la cui immagine è stata messa a dura prova dopo la scoperta di un buco da 5 miliardi di euro nel trading per il quale è stato accusato il dipendente Jerome Kerviel, la mossa ha un duplice vantaggio. Primo, riportare l'attenzione sul business, dopo mesi di speculazioni sul caso Kerviel: secondo, conquistare l'accesso al private banking di alta fascia negli Stati Uniti alleandosi con una delle storiche famiglie imprenditoriali del Paese, il cui capostipite John D. Rockefeller creò un ufficio per i gestire i beni di famiglia 125 anni fa. La Rockefeller Financial Services (Rfs) è specializzata nella gestione dei patrimoni di persone facoltose (famiglie con oltre 30 milioni di dollari di disponibilità di investimento), di fondazioni, trust, fondi privati e istituzionali e organizzazioni no-profit. Attualmente le masse amministrate del gruppo Rockefeller ammontano a 29 miliardi di dollari.
In base all'accordo siglato tra i due gruppi finanziari, SocGen, che già è attiva in 25 Paesi e con un portafoglio in gestione di 71 miliardi di euro, coopererà con Rockfeller&Co., cui fa capo Rfs, per condividere aree di esperienza e assistere congiuntamente i clienti.
Dettagli sul controvalore dell'operazione non sono stati forniti, ma, secondo alcune fonti citate dalla stampa americana, l'investimento di SocGen dovrebbe essere attorno ai 100 milioni di dollari. Daniel Truchi, l'a.d. della divisione private banking di SocGen, ha commentato l'intesa come «un importante passo nella nostra strategia di sviluppo globale».
Le trattative per arrivare a un accordo sono durate più di un anno e hanno subìto un forte rallentamento proprio in occasione della vicenda Kerviel. Dopo colloqui con il top management della banca, però, il numero uno del gruppo americano James McDonald si è convinto che, nonostante il problema, la banca francese fosse comunque un partner eccellente per fare private banking di altissimo livello. Di recente, poi, la Rockfeller&Co. ha comprato una pagina a pagamento sul Wall Street Journal per far sapere ai propri clienti di non aver mai investito in strumenti opachi e il cui rischio era incerto. Come contropartita dell'investimento, due manager di SocGen entreranno nel consiglio di Rockefeller&Co, mentre McDonald farà parte del comitato esecutivo di SocGen private banking. (S. Fi.)