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Sawiris paga e rilancia: Wind crescerà

di Simone Filippetti

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5 Giugno 2008
Naguib Sawiris
VIDEO / L'intervista a Naguib Sawiris

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Allora vuole comprare 3 Italia?
Ci piacerebbe, ma il prezzo è troppo alto. Vedremo in futuro se Hutchinson abbasserà le pretese.

La proprietà di Wind è egiziana, ma l'amministratore delegato è sempre stato italiano. In tre anni, lei ha cambiato tre top manager, ma a capo dell'azienda non ha mai messo un suo dirigente egiziano: c'è una ragione politica dietro questa scelta?
Non ho mai percepito pregiudizi nei miei confronti. Certo, non tutti sanno chi sono, ma chi mi conosce mi rispetta. Per quanto riguarda il management, devo ammettere che purtroppo l'Italia non è ancora pronta per accettare un egiziano alla guida di Wind: oggi non sarebbe materialmente possibile. Nel suo interesse, l'Italia dovrebbe aprirsi anche sotto il profilo della cultura manageriale. Per quanto riguarda gli avvicendamenti, non è vero che ho cambito tre Ceo. Il primo, Tommaso Pompei, lo abbiamo ereditato dall'Enel e della sua uscita non mi rammarico. Poi è arrivato Paolo Dal Pino, ma il rapporto si è sciolto ed è stato sostituito da Luigi Gubitosi, che sta svolgendo un ottimo lavoro. Del futuro non parlo, mi interessa il presente: Gubitosi è un bravo manager.

In Italia si sta discutendo su chi debba realizzare la rete di nuova generazione per le tlc: c'è chi dice di affidarla a Telecom, e chi ad altri soggetti che garantiscano pari opportunità di accesso. Che cosa suggerisce alle autorità pubbliche?
A mio avviso la soluzione va trovata discutendo con tutti gli stakeholders, operatori e authorities. Ogni nuova tecnologia non deve frenare la competizione. In ogni caso, la realizzazione della nuova rete non può essere affidata solo alla discrezione di Telecom Italia: la nuova rete dovrebbe essere aperta a tutti gli operatori.

C'è un motivo per cui potrebbe decidere di vendere Wind?
No, al momento non ce ne sono. Abbiamo dimostrato efficienza, Wind chiude in utile il bilancio e i giudizi delle agenzie di rating sono positivi. Amo questo business e non intendo lasciarlo.


In Iraq, però, avete perso la licenza e chiuso i battenti...
È una falsità: non ci è stata tolta nessuna licenza. Ci siamo resi conto che operare in Iraq non era più conveniente, sia economicamente che sotto il profilo del rischio-Paese. Baghdad ci aveva chiesto di pagare 1,2 miliardi di dollari per mantenere la licenza, una cifra irrealistica viste le condizioni irakene: siamo quindi usciti incassando 1,2 miliardi di dollari.

Lei ha due problemi: la causa promossa dal finanziere Alessandro Benedetti, che reclama il 30% di Wind, e l'indagine della Procura di Roma sulla vendita di Wind che la vede coinvolta con l'ad dell'Enel Fulvio Conti, Benedetti, Gubitosi e altri. Che cosa può dire?
Che le richieste di Benedetti non hanno merito. E che non si parla quando è in corso una causa. Per quanto riguarda l'indagine dei Pm di Roma, ho una sola considerazione: il diritto di indagare è sacrosanto, ma la giustizia deve essere veloce, altrimenti si rischia di danneggiare la reputazione delle persone. E per me la reputazione è tutto.

Wind è sponsor della As Roma: un pensierino di comprarla?
No, perché le risorse del gruppo sono destinate al core business e a ridurre i debiti. Ci basta essere sponsor: ci ha giovato molto a livello di immagine. E ha giovato anche alla Roma: chi può negare che gli abbiamo portato fortuna?

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