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Esuberi, azionisti e Antritrust
Le ultime turbolenze per Alitalia

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27 agosto 2008


Le ultime insidie, per Alitalia, arrivano ora. E toccherà risolverle al Governo e alla nuova società costruita dall'advisor IntesaSan Paolo. In attesa che spunti il partner internazionale. che sia AirFrance-Klm o Lufthansa. Intanto giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare le modifiche alla Legge Marzano che consentirebbero il salvataggio dell'Alitalia attraverso la rinascita nella new company creata ieri da una cordata di sedici imprenditori italiani, permettendo così al premier Silvio Berlusconi di compiere, come lui stesso lo ha definito, "il miracolo" del rilancio della compagnia ex di bandiera.


Esuberi. Da tempo ci sono contatti informali fra manager dell'advisor scelto dal Governo, rappresentanti sindacali e dell'Esecutivo per una soluzione che, come ha ricordato anche oggi il ministro dei trasporti Matteoli, «non lasci nessuno per strada». La soluzione scelta passa attraverso il commissariamento dell'Alitalia. Attribuisce al commissario il compito di definire il numero dei dipendenti in eccesso fra il personale navigante, destinato nella maggior parte a passare nella neonata compagnia. Dipenderà direttamente dal numero e dal tipo di aerei che saranno utilizzati, dal tipo di network che verrà disegnato dopo la fusione con AirOne e dalle basi di armamento esuberi. Ancor più complessa la gestione dei dipendenti che assieme a debiti e asset in perdita rimarranno nella «bad company»: circa 7 mila secondo le stime. Una delle ipotesi è il passaggio in varie società o enti pubblici o della gestione diretta nell'alveo di Fintecna. I sindacati restano vigili.

Azionisti. Il titolo Alitalia è sospeso in Borsa dal 3 giugno scorso ed è quindi da allora preclusa a qualsiasi piccolo azionista la possibilità di disimpegnarsi. Qualora venisse nominato un commissario e questo cedesse gli asset profittevoli alla neonata società presieduta da Colaninno, i titolari di azioni sarebbero proprietari di una società in fase di smantellamento che dovrebbe far fronte a debiti e fornitori con la somma ricevuta in cambio della cessione degli asset. Equivarrebbe ad azzerare il valore dei titoli. I consumatori minacciano già una class action

Antitrust. La legge istitutiva dell'Antitrust vieta le concentrazioni che restringono la concorrenza o che rafforzano posizioni già dominanti e, specie sulla rotta Roma-Milano, l'unione Alitalia-AirOne rientrerebbe in questa fattispecie. Però l'articolo 25 consente deroghe a fronte di un programma governativo concordato con l'Autorità Antitrust a condizione che questa operazione sia favorevole per il mercato e i consumatori e che vengano subito fissati tempi ben precisi per il rientro nei limiti fissati dall'Antitrust. Si tratterebbe della prima volta in Italia .

Unione europea. Il testo del piano per salvare Alitalia è arrivato a Bruxelles, dove sarà analizzato per appurare che sia in linea con le norme Ue. E mentre la Filt-Cgil va all'attacco, nonostante le rassicurazioni del Governo su come smaltire gli esuberi, la Commissione europea non si sbilancia in attesa di studiare il materiale giunto da Roma sotto forma di bozza.

L'ingresso di soci privati «è un fatto positivo perchè così cresce la concorrenza e si rafforza il mercato in Europa» ha sottolineato da parte sua il commissario Ue ai Trasporti Antonio Tajani (Pdl), osservando che «sarebbe stato un danno per il mercato e per il turismo se una compagnia importante come quella di bandiera fosse fallita». «È un fatto di grande correttezza perchè riguarda le normative Ue. Anche Passera mi ha informato dello stato della vicenda» ha poi proseguito Tajani, ricordando di aver chiesto di rispettare le norme Ue e su questo «ho avuto risposte positive, poi valuteremo nel merito i singoli particolari della vicenda».

Concorrenti all'arrembaggio. Intanto però alcune compagnie concorrenti gridano vendetta: quattro vettori e un tour operator hanno recapitato a Bruxelles i loro rilievi sulla vicenda, nel quadro dell'indagine formale Ue aperta per il sospetto che i 300 milioni di euro prestati dal Governo ad Alitalia, e poi convertiti in patrimonio, non siano compatibili con le norme europee sugli aiuti di Stato.

Osservazioni firmate rispettivamente da British Airways, Ryanair, Sterling Airlines, Neos e dall'associazione europea delle agenzie di viaggio e dei tour operator, che accusano l'aviolinea italiana di concorrenza sleale e giudicano i 300 milioni di euro un aiuto di stato illegale. Adesso tali osservazioni saranno inoltrate dagli uffici di Tajani a Roma per la risposta, prassi che allungherà i tempi della procedura, che può durare fino a 18 mesi.

Al momento comunque ufficialmente Bruxelles non esprime commenti sul piano di salvataggio, ma alcuni aspetti suscitano già qualche timore. Richiederebbe infatti una valutazione più attenta la creazione della bad company: se fosse infatti il governo a farsi carico delle passività ad essa destinate l'operazione potrebbe di configurarsi come aiuto di stato. Ma non solo. Sul fronte della nuova Compagnia aerea italiana, va assicurata una cessione degli asset a prezzi di mercato o anche in questo caso si rischierebbe la violazione delle norme Ue.

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