Che il mercato sia estremamente cinico non è una novità. Il deciso rialzo dei titoli Pininfarina, +20,59% a 7,52 euro nel giorno della scomparsa del presidente e amministratore delegato del gruppo Andrea Pininfarina a causa di un incidente stradale in mattinata, è quindi solo l'ultima dimostrazione.
Cosa sta ipotizzando il mercato? Secondo indiscrezioni gli operatori "scommettono" su quale potrebbe essere il ruolo della famiglia nel futuro rilancio dell'azienda, a quanto ammonterà l'eventuale impegno nell'atteso aumento di capitale e come cambierà la fisionomia del gruppo. Stando alla performance delle azioni Pininfarina le ipotesi sembrano convergere verso una possibile diluizione della quota.
Quello che si può affermare con certezza è che in questi ultimi mesi Andrea Pininfarina stava traghettando il gruppo verso l'uscita dalla crisi finanziaria: i debiti del gruppo a fine marzo 2008 avevano raggiunto 606 milioni, mentre la posizione finanziaria netta era pari a 235 milioni che rapportata al patrimonio netto evidenziava un ratio molto elevato.
L'ultimo accordo era stato raggiunto lo scorso 1 agosto quando era stato firmato con le banche finanziatrici un accordo di Standstill in base al quale le banche si impegnano a non esigere la restituzione del capitale a debito, ma solo il pagamento degli interessi. Questo accordo pone le basi per il riscadenziamento del debito nei prossimi mesi. A fine giugno era già stato raggiunto l'accordo con la banca belga-olandese Fortis sempre in relazione al riscadenziamento del debito.
L'intesa è il passaggio fondamentale per il futuro del gruppo in quanto apre la strada all'accordo complessivo con i creditori e al successivo aumento di capitale con l'ingresso dei nuovi soci: il finanziarie bretone Bolloré, Alberto Bombassei, Piero Ferrari e la famiglia Marsiaj oltre al gruppo indiano Tata con il quale gli accordi prevedono anche lo sviluppo del centro di design e engineering in India.