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Offerta ritirata: e i dipendenti festeggiano...

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18 settembre 2008

Applausi, slogan, molte ola e ovazioni hanno accolto tra i dipendenti di Alitalia la notizia del ritiro dell'offerta di Cai. All'annuncio fatto dai sindacalisti attraversi i megafoni, sono scattati gli applausi, si sono levate grida di esultanza, sono tornati i sorrisi sui volti delle hostess. Così a Milano davanti alla sede della Compagnia aerea italiana, dove era in corso l'assemblea dei soci per decidere il ritiro dell' offerta. Identica scena all'aeroporto di Fiumicino dove oltre un migliaio di naviganti e addetti di terra dell' ex compagnia di bandiera stazionava fin dal mattino, riuniti in assemblee spontanee.

Nel capoluogo lombardo, i protagonisti della cosiddetta cordata italiana, lo stesso Roberto Colaninno, Marco Tronchetti Provera e l'ad in pectore Rocco Sabelli al loro arrivo a via Clerici sono stati contestati al grido di «Via la casta si riapre l'asta» e vivacemente apostrofati. «Meglio falliti che in mano a 'sti banditi», «Piersilvio al ceck-in a 600 euro al mese», alcuni degli slogan scanditi. «E adesso tutti in treno», hanno gridato i dipendenti Alitalia. «Cai paga un'ora di volo a 1,85 euro. Cercasi marito per dividere le spese», era l'appello di una bionda hostess in sit in a Fiumicino. «Silvio non ci hai venduto ai francesi per svenderci ai tuoi amici», si leggeva sugli altri cartelli inalberati. A spegnere la soddisfazione dei naviganti ma anche tra i dipendenti di terra nemmeno la notizia dell'avvio dell' iter per la cassa integrazione da parte del commissario straordinario Augusto Fantozzi. Nè l'appello dello stesso Fantozzi a «stringere i denti e stringersi intorno ad Alitalia in questo momento drammatico». La reazione, per molti inaspettata, dei lavoratori è stata duramente stigmatizzata da esponenti del governo. Il sottosegretario Roberto Castelli si è detto «allibito per le scene di giubilo. Evidentemente pensano che in qualche modo il carrozzone mangiasoldi verrà comunque salvato dall'ennesimo intervento di Stato». «Stupefatto oltre che amareggiato» il ministro dei Trasporti Altero Matteoli «dal comportamento dei piloti». Il ringraziamento di Matteoli è invece andato a Cisl, Uil e Ugl per il comportamento responsabile nel voler difendere 15.000 posti di lavoro.

A sostenere i lavoratori in presidio a Fiumicino ci ha pensato invece il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, applaudito più volte al grido di «Bravo, bravo» e «giustizia». Intanto autobus erano in partenza da Capodichino alla volta della Capitale con a bordo lavoratori Atitech per dare man forte alla protesta dei colleghi romani. Poi la decisione di restare invece in assemblea permanente nello scalo napoletano. Voli oggi tutti regolari mentre si consumava l'uscita di scena di Colaninno e C. Ma i piloti lo avevano assicurato: «Se Cai ritira l'offerta i piloti voleranno il doppio e non fermeranno gli aerei», aveva detto il presidente di Up Massimo Notaro.Molti però i passeggeri perplessi. «Non so che cosa hanno da festeggiare, non capiscono che la festa è finita», è stato il commento di una signora in transito nello scalo romano. «Ora la palla passa a Fantozzi o al governo, dovranno fare qualcosa. Hanno fatto di tutto per dividere i lavoratori ma non ci sono riusciti», spiegava uno dei manifestanti ai colleghi. E una giovane hostess in divisa verdeblù davanti alla sede di Cai: «con il contratto Cai non avrei più avuto una vita privata, so che la situazione è difficile, mi rimboccherò le maniche ma senza perdere la mia dignità».

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