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Enac: «Piano giovedì o stop alla licenza»

di Laura Serafini

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23 settembre 2008

Alitalia deve organizzarsi per trascorrere senza bruschi traumi un'altra settimana. Il tempo necessario per arrivare alla scadenza del 30 settembre, fissata nell'invito a presentare manifestazioni di interesse per gli asset buoni della compagnia pubblicato oggi sui giornali, quando forse si paleseranno nuovi potenziali acquirenti. Il commissario spera che nel frattempo maturino le condizioni per portare la Cai di Roberto Colaninno a ripresentare l'offerta oppure che una compagnia estera faccia capolino. Nel frattempo, però, Alitalia deve continuare a garantire l'operatività: la mancanza di una prospettiva concreta, vale a dire l'offerta Cai ritirata la scorsa settimana, rende ora però difficile al commissario Augusto Fantozzi giustificare qualsiasi operazione che impieghi cassa. Se non c'è una prospettiva di rilancio, anche tramite cessione di rami d'azienda, ogni aereo che decolla in teoria contribuisce a erodere il patrimonio destinato a soddisfare i creditori.

Al contempo, non possono essere chiesti ulteriori finanziamenti o valutate cessioni di asset non legati al core business per fare cassa. Da qui il fiato sul collo che da ieri Vito Riggio, il presidente dell'Enac, l'Authority che vigila sulla sicurezza dei voli, ha messo sui vertici di Alitalia. «Entro giovedì il commissario straordinario di Alitalia deve presentare un convincente piano di ristrutturazione finanziaria, visto che Cai ha ritirato l'offerta e sul tappeto non c'è nessun piano e quindi non ci sarebbero le condizioni per prorogare la licenza di volo» ha spiegato ieri Riggio al termine di un summit con Fantozzi. «A meno che - ha proseguito - il commissario presenti una relazione che preveda una razionalizzazione con risparmi delle spese e altre misure che mettano la compagnia in condizione di andare avanti perché siamo sotto strettissima osservazione da parte delle autorità europee». Dopodiché Enac avrà «tre giorni per valutare se il piano è convincente e dunque decidere se sospendere o meno la licenza di volo».

La relazione che Fantozzi presenterà a Riggio entro giovedì con tutta probabilità spiegherà che egli intende gestire l'azienda, fino a quando non ci sia visibilità su un nuovo acquirente, tenendo i motori al minimo. Dunque, riducendo all'indispensabile gli esborsi ma anche cominciando a tagliare alcuni voli sulle rotte in cui gli aerei sono più difficili da riempire. La Cassa integrazione, per ora soltanto annunciata, partirà effettivamente per i circa 4mila dipendenti dei 34 aerei Alitalia a terra ormai da mesi. Ma è molto probabile che Fantozzi illustri a Riggio la prospettiva di tagliare altri voli, facendo emergere altro personale cui verrà estesa la cassa integrazione. Tutto questo potrebbe bastare per arrivare alla prossima settimana: se un acquirente sarà trovato comunque dovrà essere nuovamente affrontato il problema di garantire l'operatività con la cassa che ormai è al lumicino, visto che per negoziare una compravendita comunque ci vorrà almeno un altro mese. Ma a quel punto la legge consentirebbe al commissario di accedere sul mercato a forme di finanziamento a sostegno dell'amministrazione controllata per il quale esistono fondi d'investimento specializzati. Per Alitalia «comincia oggi una settimana operosa e spero decisiva» ha spiegato Fantozzi, precisando che per redigere la relazione dovrà prendere in considerazione «prospettive realistiche in tempi ragionevoli» previste dal regolamento sulla sicurezza dei voli. «Questi sono i parametri del mio agire – ha aggiunto –. Per scrupolo e chiarezza, una volta venuta meno l'offerta della Cai, ho rilanciato la richiesta a manifestare interesse per acquistare rami dell'azienda o l'azienda nel suo complesso. È stato un passo doveroso, sollecitato, che ho deciso di fare» anche se, ha ricordato, tutti erano a conoscenza del fatto che l'Alitalia è in vendita. Scaduto il termine del 30 settembre senza la presenza di alternative valide, Fantozzi potrebbe decidere di chiedere l'autosospensione della licenza, più facile da revocare rispetto a una decisione presa da Enac in caso di mutamento degli scenari. «Se ci sono alternative alla proposta Cai vengano fuori, si facciano avanti» ha dichiarato ieri il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

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