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Alitalia, rottura su tagli e salari. Trattativa appesa a un filo

di Nicoletta Picchio

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13 settembre 2008

Nessun accordo. All'alba di ieri, dopo una nottata intera di trattative, la Cai, Compagnia aerea italiana, e i sindacati si sono alzati dal tavolo. «Non ci sono le condizioni per proseguire», è stata la posizione dell'azienda. «Insormontabili difficoltà», hanno detto i sindacalisti, che ieri sera hanno inviato una lettera al commissario Augusto Fantozzi chiedendo di essere convocati subito per comprendere «gli atti formali che si accinge ad intraprendere».

Non c'è stata una rottura formale, ma di fatto il dialogo è interrotto. La Cai ha sospeso la due diligence, cioè l'analisi dei conti dell'azienda, senza però ritirare l'offerta. «Le condizioni oggettive fanno temere il peggio», ha commentato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ieri mattina, aggiungendo, in serata, di essere pronto a riconvocare le parti solo per un accordo. «Ci sono – ha detto – il 50% di possibilità».
In un primo momento sembrava che dovesse già partire da ieri la mobilità e la disdetta dei contratti, come preannunciato da Fantozzi. Poi è stato deciso di fermare le lancette, forse fino a lunedì, dopo l'incontro all'ora di pranzo tra il ministro Sacconi, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e i vertici confederali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Una richiesta dei sindacati, accolta dal Governo. Sacconi e Matteoli si sono impegnati ad intervenire con Cai e Fantozzi «per non far precipitare la situazione con atti irreversibili». Nel frattempo, però, Sacconi ha sollecitato i sindacati a preparare una proposta comune per tentare di riannodare la trattativa. Controproposta che dovrebbe arrivare lunedì da parte delle sigle del personale di terra e degli assistenti di volo. Sempre entro lunedì i sindacati si attendono una risposta alla lettera inviata a Fantozzi ieri sera, al termine di una riunione intersindacale durata tre ore. «Siamo ad un punto di non ritorno, potrebbe avere esito tragico», ha detto Guglielmo Epifani, a margine di un convegno, accusando il Governo di non aver fatto abbastanza e suscitando la reazione del ministro Matteoli e del sottosegretario Paolo Bonaiuti.

A questo punto la situazione è di stallo e saranno le diplomazie a creare, eventualmente, le condizioni per una eventuale ripresa, altrimenti si andrà alla mobilità e al fallimento. Per l'amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, che ieri mattina è stato a Palazzo Chigi con i vertici di Cai per incontrare Gianni Letta, Sacconi e Matteoli, «i sindacati, specie i piloti, non si rendono conto della situazione in cui si trova l'Alitalia». Per i sindacalisti, invece, è l'azienda ad essersi irrigidita, su piano industriale, contratto e salari. A trattare, insieme ai vertici della categoria, sono arrivati l'altra notte, alle tre, i segretari generali delle confederazioni. Poco prima i piloti avevano rotto il tavolo del negoziato.

Al problema dei salari, si è aggiunto anche quello dei tagli al personale. È emerso che gli esuberi sarebbero arrivati a circa 5.500: 1.600 gli assistenti di volo, 800 per la manutenzione pesante e altrettanti per quella leggera, 900 per l'handling, 350 per i dipendenti delle attività da cargo, circa 1.000 i piloti. Una cifra tale che per la categoria dei piloti il piano industriale è diventato il problema principale, più della richiesta di un contratto specifico della categoria. Secondo fonti dell'azienda, Cai sarebbe stata disponibile ad un'area contrattuale per la categoria, al part-time, ad aumentare il lungo raggio. Aperture che non avrebbero giustificato l'abbandono del tavolo da parte dei piloti.

L'azienda, però, ha messo alcuni paletti imprescindibili: trattare sulla propria piattaforma contrattuale, per dare un segno di forte discontinuità, mentre i sindacati sarebbero voluti partire dal contratto in vigore, modificandolo; la prerogativa dell'azionista a mettere a punto il piano industriale; la riforma della rappresentanza. Ieri è anche circolata la notizia di un piano dei lavoratori, finanziato con il trattamento di fine rapporto, con l'Unicredit come partner bancario. Una ipotesi, però, smentita direttamente dall'amministratore delegato Alessandro Profumo. «È una situazione difficile, non si auspicava il muro contro muro. Ci auguriamo una soluzione», ha commentato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che fa parte della cordata.
Intanto l'opposizione attacca: «Sta per andare a gambe all'aria una delle più grandi realtà industriali italiane», ha detto Walter Veltroni, mentre per Antonio Di Pietro Alitalia è l'ennesima speculazione: «Diciamo no al salvataggio di Air One per permettere a Intesa di recuperare i crediti, no al conflitto di interesse di Benetton, alle speculazioni di Colaninno».

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