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Arpe: «Il ruolo storico di Mediobanca? Essere contraltare della politica»

di Milena Gabanelli

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9 Settembre 2008
Blog
Finanza&Potere
di Giuseppe Oddo

Di lui si sa molto poco, se non che ha fatto tornare in attivo un gruppo che stava per portare i libri in tribunale. Ma come avrà fatto a quintuplicare il valore delle azioni e risanare i bilanci? Dove sta il trucco? Nella vita di Matteo Arpe, 43 anni, c'è una famiglia di origini modeste, frequenta lo scientifico a Monza, si laurea con 110 e lode alla Bocconi. Non frequenta né il salotto né il giro politico romano. È sempre in ufficio o con i suoi due figli. Abita in un appartamento hi-tech che si affaccia su villa Borghese. Immagino nel suo armadio ci siano solo camicie bianche, pantaloni giacche e gilet blu. È sempre vestito così! Forse cambia i gemelli ai polsini. Cominciamo dall'inizio.

Il suo primo lavoro è in Mediobanca, chi le ha dato una mano?
All'epoca, era il 1987, c'era un funzionario, Giorgio Drago, che mi aiutò a fare la parte più pratica della mia tesi e dopo la laurea mi chiese di mandare il curriculum. Entrai a 22 anni nel dipartimento finanza come impiegato di concetto. In 10 anni sono diventato direttore centrale.

Stipendio?
Un milione e duecentomila lire. Il primo stipendio mi fu dato in banconote, perché non avevo ancora un conto corrente bancario. Quando sono uscito guadagnavo 420 milioni l'anno.

Com'erano i rapporti con Cuccia?
I rapporti con Cuccia sono nati dopo un paio d'anni e nel '97-99 erano quotidiani e molto forti. Era una persona capace di un tratto umano piuttosto raro. Ancora oggi vorrei pensare come lui, o cercare di capire come lui pensava...

Quando Colaninno meditava di scalare Telecom andò da Cuccia a chiedere un parere, che approvò e indicò in lei la persona che l'avrebbe accompagnato alla Chase Manhattan che prestava i soldi. Quale fu esattamente il suo ruolo?
Mediobanca accettò l'incarico con qualche esitazione, si trattava di rompere degli schemi. Io dovevo accompagnare Colaninno e la compagine sociale a effettuare l'operazione sul mercato.
Si racconta che quando la Bell raggiunse il suo scopo in Mediobanca volassero i tappi di champagne…
L'operazione era stata congegnata come un'offerta pubblica sul mercato, quindi dovevano aderire investitori in tutto il mondo. Quella sera, quando abbiamo avuto la conferma ufficiale che aveva superato il 50%, tutta la stampa era fuori dalla sede di Mediobanca, ma siccome prima di comunicare a terzi bisognava informare Borsa e Consob, Colaninno si inventò di stappare una bottiglia di champagne, e buttare il tappo giù dalla finestra al posto di un comunicato stampa.

La Bell è una holding nata a Lussemburgo con lo scopo di portare fuori dall'Italia la società di controllo, per eludere le tasse e la legge sull'Opa (la Consob adombrò l'ipotesi che fosse stata costituita mentre si progettava la scalata); secondo lei era giusto festeggiare con lo champagne?
È una holding di controllo che consente un'ottimizzazione fiscale. È molto frequente. Non si può giudicare un'operazione dalla struttura fiscale che viene creata per effettuarla.

Però si può criticare il miliardo di realizzo non tassato. Con Maranghi come andava?
La mia crescita professionale è avvenuta sotto l'egida e il controllo di Maranghi. Fu lui insieme a Cuccia a scegliermi come responsabile del servizio finanziario quando uscì il dottor Braggiotti, fino a quando i rapporti si sono incrinati nel '99.

E perché si sono incrinati?
Penso che la mia posizione sulla prospettata fusione fra Olivetti ed Edison fosse il vero motivo. Secondo me l'operazione non era presentabile, perché avrebbe creato una catena di controllo di 6 livelli e portava in capo a Mediobanca il controllo indiretto di Telecom grazie alla partecipazione in Compart, quindi all'ex gruppo Ferruzzi. Chi decise poi di non fare l'operazione fu la proprietà.

Quindi, nel 2000 da Mediobanca passa a Lehman; con quale incarico e con quale stipendio?
Prima di passare a Lehman sono stato 4 mesi senza un impiego; non riuscivo ad immaginare un mio collocamento professionale fuori da Mediobanca, dopo 13 anni era una seconda famiglia, fu sicuramente un trauma psicologico. Quindi pensai di prendermi un periodo di tempo con i miei figli, allora molto piccoli. Entrai in Lehman come responsabile di una divisione Europa. Il mio stipendio era di 10 volte superiore a quello in Mediobanca.

  CONTINUA ...»

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