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Cordata internazionale per rilevare Lehman Brothers

di Marco Valsania

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13 settembre 2008

Ore decisive per una cessione-salvataggio di Lehman Brothers. I candidati a rilevare la storica società di Wall Street sull'orlo del collasso sono almeno due: Bank of America e la britannica Barclays. Ma la grande favorita è al momento considerata Bank of America, per dimensioni e ambizioni di espansione. La banca, secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, potrebbe anche presentare un'offerta assieme al gigante del private equity JC Flowers e a China Investment, il fondo sovrano cinese.

Lehman, nel clima di grande tensione che domina sulle piazze finanziarie, potrebbe non essere l'unica società in via di salvataggio: Washington Mutual, la principale cassa di risparmio americana, sarebbe in trattativa con JP Morgan Chase, che quest'anno ha già assorbito Bear Stearns.
È però al capezzale di Lehman che lavorano febbrilmente il Tesoro e la Federal Reserve: l'obiettivo appare quello di completare qualunque operazione entro domenica. Prima, cioè, di una riapertura a rischio di panico dei mercati internazionali. Con il Segretario al Tesoro, Henry Paulson, e l'amministratore delegato di Lehman, Dick Fuld, i frenetici negoziati coinvolgono il chairman della Fed Ben Bernanke e il responsabile della sede della Banca centrale di New York Tim Geithner.
Il ruolo rivendicato da Tesoro e Fed nel caso Lehman è quello di architetti e facilitatori; vengono respinte le pressioni per nuovi ricorsi a risorse pubbliche dopo gli aiuti concessi per sanare i crack di Bear Stearns, Fannie Mae e Freddie Mac. Stretti collaboratori del Segretario al Tesoro Henry Paulson hanno assicurato che questa volta «non saranno utilizzati fondi governativi». Sia il Tesoro che la Fed, infatti, temono di incoraggiare la percezione di salvataggi facili e a carico del contribuente a favore dei re dell'alta finanza. E qualora l'opzione preferita, un passaggio di mano dell'intera Lehman, non si materializzasse, non è neppure esclusa una cessione separata degli asset.
Le incognite sul salvataggio, sul ruolo del governo e sui potenziali acquirenti, soprattutto se davvero non ci saranno garanzie governative, hanno tuttavia tenuto sulle spine gli investitori. Quantomeno, il prezzo per rilevare Lehman potrebbe scendere ancora. E il titolo è stato nuovamente punito dalla Borsa: ha perso il 13,51% dopo aver più che dimezzato il valore nell'ultima settimana e bruciato oltre il 90% dall'inizio dell'anno. Il nervosismo ha pesato sulla Borsa e in particolare sul settore finanziario: Merrill Lynch ha perso il 12,25%, Aig oltre il 30 per cento, in una giornata in cui l'S&P 500 ha chiuso in progresso dello 0,21% e il Nasdaq dello 0,14%, mentre l'Europa è decollata: Milano +1,54%, Londra +1,85%, Parigi +1,97 per cento.
Bank of America, stando agli analisti, guida a ragion veduta la classifica dei pretendenti alle spoglie di Lehman: «Credo che alla fine vincerà - ha detto Richard Bove della Ladenburg Thalmann -: le due società sono compatibili. Bank of America diventerebbe immediatamente un protagonista nel trading del reddito fisso e nell'investment banking, oltre a garantirsi l'accesso a clienti internazionali nell'arena dei mercati dei capitali».

Sono senz'altro questi i gioielli ai quali mira l'istituto: Bank of America, prima banca americana per capitalizzazione di Borsa, ha finora puntato anzitutto sul mercato nazionale dei servizi al dettaglio. La sua ricerca di nuove strade di crescita, inoltre, è nota: ha corteggiato a lungo un'altra grande società di Wall Street, la Morgan Stanley. E nei mesi scorsi ha già rilevato una grande vittima della crisi: il leader dei mutui Countrywide Financial.
Nomi di altre banche internazionali sono circolati tra i possibili acquirenti di Lehman. Su tutti Barclays, che è interessata ad una maggior presenza negli Stati Uniti. La necessità di chiudere in fretta la cessione avrebbe però messo fuori gioco, tra i gruppi europei, le candidature di colossi del calibro di Hsbc, Deutsche Bank, Bnp Paribas o Banco Santander. E tra gli asiatici quella di Nomura. Negli Stati Uniti Goldman Sachs avrebbe fatto sapere di non essere interessata.

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