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Un duro colpo per il contribuente americano

dal nosro corrispondente Mario Platero

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(dal nostro corrispondente)
NEW YORK – Gli obiettivi sono quelli di stabilita', fiducia, e chiarezza su punto: il governo americano non consentira' che la crisi sistemica prenda il sopravvento sulla crisi finanziaria che ci perseguita ormai da oltre un anno e mezzo, costi quello che costi. In questo caso il costo e' molto caro: la nazionalizzazione di Freddie Mac e Fannie Mae e' un duro colpo sul piano politico per un'amministrazione repubblicana che predica il mercato. E rafforza il messaggio di Barack Obama che predica come mai hanno fatto i democratici in tempi recenti, lo statalismo e il ruolo centrale dello stato in molti frangenti della vita del giorno per giorno del paese. John McCain tuttavia e' gia' intervenuto prontamente per prendere le distanze dalla cattiva gestione di George W. Bush e per appoggiare anche lui l'iniziativa. Comunque sia, in prospettiva il colpo piu' duro sara' per il contribuente americano. Il segretario al Tesoro Paulson promette intanto "rassicurazione psicologica" visto che da oggi le due istituzioni non sono piu' private, ma pubbliche. Ma la psicologia non basta. A conti fatti, abbiamo saputo che il governo sara' chiamato a versare fino a 200 miliardi di dollari. Qualcosa negli ultimi giorni era gia' andato storto. La borsa era caduta verticalmente giovedi'; si era saputo che negli ultimi trimestri i due colossi che garantiscono il credito immobiliare avevano bruciato tra i 15 e i 20 miliardi di dollari; che l'erosione della loro base di capitale avrebbe messo in serie difficolta' alcune delle grandi banche internazionali e centrali.
Quello di ieri insomma e' stato un "bail out" classico, necessario per salvare il sistema, il piu' importanti in almeno due decenni. Si spera che sia l'ultimo. Che d'ora in avanti le cose possano rimettersi in ordine, che stabilita' e fiducia tornino davvero nel sistema. E che a cadere siano solo le istituzioni piu; fragili e piu' piccole. Lo abbiamo sperato anche quando il Congresso ha passato il suo progetto di aiuti per un centinaio di miliardi di dollari. Quando la Fed ha orchestrato il salvataggio di Bear Stearns; quando la Banca Centrale ha aperto i suoi sportelli a oltranza anche alle "non bank banks". Ma la crisi e' continuata. Non facciamoci illusioni: continuera' anche adesso. Gia' sappiamo che Lehman Brothers avra' conti traballanti per il trimestre che ha bisogno di capitale, che licenziera' altre 1.500 persone, e che ha cambiato il management. Ma Lehman non e' il sistema: da oggi sul piano sistemico e' stata introdotta una differenza rilevante: se vi sara' all'improvviso penuria di dollari, si potra' sempre andare in tipografia a stamparli.

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