Forse è il caso di tornare alla sostanza. I Soloni della finanza di carta hanno già fatto troppi danni. Certo, riuscire a capire quali siano oggi le aziende solide non è la cosa più semplice del mondo, anche perché con l'aria che tira la voglia di investire è poca. Il fallimento di Lehman Brothers, assolutamente impensabile fino a qualche mese fa, è solo l'ultimo tassello di un mosaico che ha portato alla luce una serie di problemi strutturali del sistema finanziario mondiale. Problemi gravissimi e probabilmente noti da tempo, ma che nessuna autorità preposta, soprattutto negli Stati Uniti, ha pensato bene di risolvere per tempo. Una svista che, secondo gli ultimi dati del Fondo monetario internazionale, costerà qualcosa come 1.300 miliardi di dollari.
Fatta questa premessa, può comunque valere la pena cominciare a guardarsi intorno, tanto più che molte aziende quotano a sconto, pur avendo bilanci in regola (le numerose operazioni di risanamento realizzate negli ultimi anni non sono state vane) e multipli interessanti. Nella tabella in pagina sono state selezionate le società che fanno parte dell'indice Stoxx (Europa) e dell'S&P (Usa). Il criterio di scelta si è basato sulla capitalizzazione di Borsa e sulle disponibilità finanziarie. Sono stati poi aggiunti il P/e (rapporto prezzo/utili) e i giudizi espressi dagli analisti, oltreché le performance dei vari titoli dall'inizio dell'anno. Tutti criteri, insomma, che messi insieme possono dare valide indicazioni. Ma per completare il quadro sono state aggiunte anche le segnalazioni di alcuni gestori.
«Oggi ci sono delle opportunità – spiega Gherardo Spinola, gestore senior del gruppo Azimut –, ma bisogna selezionare aziende che abbiano un valore reale e per farlo occorre cercare tra le big cap, senza debiti e con un buon dividend yield». Più o meno delle stesso avviso anche Giordano Beani, direttore investimenti di Bnp Paribas Am . «Credo sia il momento di tornare ai valori reali e di essere molto prudenti, evitando situazioni dove la visibilità è bassa».
Secondo Spinola il tanto vituperato settore finanziario oggi è appetibile. «Tra i broker per esempio – prosegue –, Goldman Sachs è interessante perché diventando banca commerciale sarà più solida; potrà raccogliere denaro attraverso gli sportelli rilevati da piccole banche che stanno fallendo e finanziarsi presso la Fed. Anche Jp Morgan è una banca valida e sottovalutata, che ha fatto un grande affare con l'acquisto di Bearn Sterns». Spinola ha individuato anche parecchie banche europee che beneficieranno della crisi che sta colpendo i competitor. «Guardo con attenzione Bnp Paribas, Crédit Suisse, Julius Baer – prosegue il gestore di Azimut –, ma mi piace soprattutto Hsbc, che, oltre ad avere un bilancio forte, è stata la prima in tempi non sospetti a segnalare i problemi sui mutui americani». Beani, invece, indica le banche che non sceglierà. «Eviterei di andare su Ubs e Crédit Suisse – dice - perché hanno una componente di investment banking troppo elevata. Guardo invece con attenzione i titoli industriali, gli energetici e i beni di consumo. Sull'energy europeo ci sono società solide del calibro di Total, Bp e Omv, mentre negli Usa segnalo Conoco Phillips, Transocean e Rowan. Tra le utility mi piace Edf che ha un dividend yield elevato e un indebilamento sotto controllo». A stuzzicare l'interesse di Beani c'è anche il settore dei fertilizzanti, con la norvegese Yara International, e quello delle commodity agricole. «Nel settore – aggiunge – seguo Archer Dainels che ha un p/e di 8,5 e una performance negativa del 50% da inizio anno. Sono titoli solidi svenduti forzatamente». E infine ecco ancora qualche titolo da parte del gestore di Azimut. «In America ci sono aziende di valore e sottovalutate – conclude Spinola – e mi riferisco a J&J , Pfizer , Coca Cola e Safeway , mentre in Europa mi orienterei su AstraZeneca , GlaxoSmithkline , Sanofi , Unilever , Nestlé e L'Oreal ».
TABELLA / I 40 titoli su cui puntare in Europa e negli Usa
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