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Crisi banche, swap Bankitalia al via. Assegnati titoli per 1,9 mld

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Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps sarebbero le prime banche ad aver chiesto alla Banca d'Italia di accedere alla procedura di swap prevista dalle nuove misure anti-crisi a sostegno della liquidità stabilite con il Governo nei giorni scorsi. Lo riferiscono fonti finanziarie. Proprio oggi - come previsto dalle decisioni annunciate il 13 ottobre dal governatore Mario Draghi - hanno preso il via le operazioni di scambio di titoli di Stato. Nel pomeriggio Bankitalia ha comunicato di avere assegnato 1,9 miliardi di titoli in swap.

«La Banca d'Italia - si legge in una nota - ha effettuato oggi la prima delle operazioni di prestito titoli, annunciate il 13 ottobre scorso, nell'ambito delle misure di sostegno alla lquidità delle banche operanti in Italia. Tali operazioni, attivate su iniziativa delle controparti, hanno avuto ad oggetto, a fronte di garanzie idonee, titoli di Stato di proprietà della Banca d'Italia, per un importo complessivo pari a circa 1.900 milioni di euro. La consegna dei titoli alle controparti e la contestuale consegna alla Banca delle garanzie accettate avrà luogo il 20 ottobre». Le operazioni «giungeranno a scadenza il 16 novembre. La commissione applicata dalla Banca d'Italia è pari all'1%». Le operazioni saranno fatte due volte a settimana e l'importo complessivo potrà raggiungere 40 miliardi di euro.
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Mps ha poi precisato di avere «soltanto effettuato un test con importo limitato a 10 milioni di euro per verificare la funzionalità della nuova procedura prevista dalle misure anticrisi varate di recente da Banca d'Italia e Governo».

Tra le banche interessate, secondo le indiscrezioni, dallo swap, Intesa Sanpaolo ha chiuso in Borsa con perdite superiori al 12% a 2,84 euro, secondo peggiore dell'S&P/Mib dopo Unicredit. Nei giorni scorsi i vertici della Ca' de Sass hanno rassicurato circa il buono stato di salute del gruppo: «Siamo tranquilli - ha detto martedì il presidente del consiglio di gestione Enrico Salza - per la nostra posizione. Ad un primo esame dei nostri risultati il giudizio è che non solo vanno bene ma benissimo. Siamo tranquilli e sereni per i nostri conti». E ieri il dg Pietro Modiano ha detto che la banca è «molto ben patrimonializzata».

Peraltro gli analisti interpellati da Il Sole 24 Ore Radiocor si mostrano concordi nel non ritenere necessaria da parte del gruppo bancario una richiesta di mezzi freschi agli azionisti, mentre è più diffusa la sensazione che nel nuovo contesto il maxi dividendo annunciato all'interno del piano d'impresa possa venir tagliato.

«Alla luce dei nuovi prezzi, il dividendo annunciato darebbe un rendimento altissimo, nell'ordine del 10%. In questo contesto meglio tenersi in casa un pò di capitale, non guasta mai», osserva un analista. La distribuzione di un monte cedole nell'ordine dei 3,7 miliardi sui circa 5 miliardi di utili attesi sarebbe «una cifra colossale» in questo momento anche per un altro analista bancario, che ritiene più che probabile la distribuzione di un dividendo «più normale» a favore di un rafforzamento patrimoniale.

La situazione sarà comunque chiara solo quando saranno definite un paio di variabili essenziali, sottolinea un analista, ovvero «la soluzione contabile che sarà individuata per alleggerire gli effetti del mark-to-market sui conti e l'effetto dell'utilizzo dei criteri di Basilea 2 nei conti del gruppo». Entrambi i fattori avranno un effetto positivo sul Core Tier 1 del gruppo, ma ancora da quantificare con precisione: le indicazioni sugli effetti dell'applicazione della regole di Basilea 2 a regime sul bilancio 2009, sono di un miglioramento del core Tier 1 di 60-70 punti base.

La sensazione è comunque che gli analisti nelle loro stime stiano scontando una sensibile riduzione del dividendo che distribuirà la banca o un suo pagamento in azioni, sul modello di Unicredit, e le quotazioni ne risentono. I tempi per una eventuale decisione sono comunque lunghi: abitualmente gli organi societari decidono il dividendo in primavera, in occasione dell'approvazione del bilancio, anche se «dire qualche cosa in anticipo tranquillizzerebbe il mercato: il momento eccezionale lo giustifica», taglia corto un analista.

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