Giampiero Fiorani, ex amministratore delegato di Bpi, chiede di patteggiare la pena nel corso della prima udienza del processo sulla mancata scalata all'Antonveneta condotta proprio dall'ex istituto lodigiano. Il banchiere, che aveva già patteggiato alcuni dei reati che gli erano stati contestati nel corso dell'udienza preliminare, risponde davanti ai giudizi di aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza. Ma su questa richiesta non c'è il consenso dell'accusa. Un'accusa che questa mattina si è presentata «in grande forza» in aula con ben quattro Pm seduti uno a fianco all'altro: Giulia Perrotti, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Gaetano Ruta. La richiesta a sorpresa di Fiorani è stata depositata ai giudici. Il processo a carico di 18 imputati per la tentata scalata ad Antonveneta è stato aggiornato al 20 novembre prossimo. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano si sono riservati di decidere sulla richiesta di costituzione di parte civile avanzata da alcuni azionisti e da Adusbef. Il Pm Giulia Perrotti ha spiegato di non avere «nulla da opporre rispetto alla costituzione di Adusbef», mentre ha espresso parere contrario a quella degli azionisti sostenendo che «non vi è nesso di causalità tra il reato e il danno agli azionisti».
Per l'avvocato Alfredo Galasso, che rappresenta l'Adusbef, Bankitalia e Consob debbono essere citati come responsabili civili, per omessa vigilanza, nell'ambito del processo sul caso Antonveneta.