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L'Asia si muove in ordine sparso

dall'inviato Stefano Carrer

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7 ottobre 2008

TOKYO - La caduta libera delle Borse asiatiche si è interrotta in seguito alla decisione a sorpresa della Banca centrale australiana di tagliare i tassi di interesse di un intero punto percentuale al 6%: una mossa più incisiva di ogni attesa, che lascia intravedere più concretamente la possibilità di ulteriori riduzioni del tassi da un capo all'altro del mondo.

Solo la Borsa giapponese - pur riducendo il calo - è rimasta pesante (-3,03%), dopo che la Bank of Japan _ pur continuando a inondare di liquidità il mercato monetario per la 15esima sessione consecutiva _ si è limitata a confermare i tassi di riferimento allo 0,5%: una sua mossa "espansionista" non è però esclusa entro la fine dell'anno. Il mercato azionario australiano ha reagito con entusiasmo chiudendo in rialzo dell'1,7%, e anche altre piazze asiatiche hanno non solo contenuto le perdite iniziali, ma sono riuscite a tornare in territorio positivo, come Singapore (-2,4%) e persino _ in modo frazionale _ Seul, dove desta preoccupazioni il crollo del won (in calo di un altro 4,5% sul dollaro ai minimi da 7 anni e mezzo).

Mentre si profila un inedito vertice a tre tra Giappone, Cina e Corea del Sud per cercare di contrastare il contagio della crisi finanziaria, dopo il Dow Jones anche l'indice Nikkei della Borsa di Tokyo è crollato - nella prima mattinata sotto quota 10mila punti -, ma ha poi chiuso con una contrazione del 3,03% al livello di 10.155,9, intorno ai minimi da 5 anni. Il presidente Lee Myung-Bak ha fatto sapere da Seul che intende proporre un summit a tre dell'Asia Orientale nel corso del prossimo incontro Europa-Asia che si terrà a Pechino. L'idea è inedita, ma secondo Lee una collaborazione tra i tre pilastri dell'economia asiatica _ il cui export è minacciato dal rallentamento in corso nei Paesi di sbocco delle loro merci _ potrà contribuire positivamente a "superare le difficoltà finanziarie", come ha chiarito un portavoce.

Secondo il capo economista del Nomura Research Institute, Richard K. Choo, era ovvio che il "piano Paulson" _ approvato con modifiche alla fine della scorsa settimana dal Congresso Usa _ non sarebbe bastato a dissipare le condizioni di crisi del credito che attanagliano la finanza internazionale. "Quel piano non fa che sostituire gli asset critici con cash, mentre quello che occorre è una infusione diretta di capitali nelle istituzioni finanziarie", ritiene Koo, che è uno dei massimi esperti di recessioni e di come affrontarle, specie alla luce dell'esperienza giapponese degli anni '90. Koo è un "espansionista" e ritiene che solo una politica di intervento pubblico e di concreti stimoli fiscali possa rilanciare le economie avanzate ormai entrate in una fase recessiva.

Il premier giapponese Taro Aso, di cui è consulente, lo sta ascoltando e ha deciso di aumentare la spesa pubblica, rinviando l'obiettivo a medio termine del pareggio di bilancio. Oggi, anzi, Aso ha fatto capire che potrebbe rafforzare la manovra di rilancio ormai all'esame del parlamento, con nuovi capitoli di spesa pubblica nelle infrastrutture e agevolazioni fiscali ulteriori. L'ultimo dato sull'economia è ancora una volta negativo: l'indice composito degli indicatori coincidenti in agosto è caduto di 2,8 punti rispetto al mese precedente (a quota 100.7),con quello dei leading indicators in contrazione di 2,1 punti a 89,3.

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