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Cina, la crescita rallenta: +9% nel terzo trimestre

di Luca Vinciguerra

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20 ottobre 2008

SHANGHAI – La locomotiva cinese rallenta la corsa. Nel terzo trimestre 2008, il prodotto interno lordo del gigante asiatico è cresciuto "solo" del 9% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente.
Si tratta del tasso di sviluppo trimestrale più basso registrato da Pechino negli ultimi cinque anni: era dal secondo quarter del 2003, quando il paese era in ginocchio di fronte all'epidemia di Sars, che la congiuntura cinese non cresceva a un ritmo così contenuto. Talmente contenuto da sorprendere anche gli analisti che, nelle ultime settimane, hanno fatto a gara a tagliare le stime di crescita a breve e a medio termine dell'economia del Dragone.
Ma, questa volta, azzeccare le cifre era un'impresa davvero difficile. I numeri diffusi oggi dall'Ufficio Statistica di Pechino, infatti, forniscono uno spaccato assai contraddittorio dell'evoluzione della congiuntura cinese. Nel terzo trimestre 2008, il paese ha vissuto un evento unico nella sua storia, le Olimpiadi, che – contrariamente a quanto si potrebbe pensare - hanno avuto un impatto netto negativo sull'economia. I problemi d'inquinamento e di sicurezza, uniti alle necessità logistiche, hanno costretto il Governo a ridurre i trasporti e a chiudere migliaia di fabbriche chiuse intorno alla capitale per diverse settimane. E questo ha certamente pesato sul Pil cinese del terzo trimestre. Ma di quanto, nessuno è in grado di dirlo.
Effetto Olimpiadi, ma soprattutto effetto recessione. Poco prima dell'estate la debolezza della domanda mondiale ha iniziato progressivamente a farsi sentire anche in Cina. Il risultato è che le esportazioni di prodotti a basso valore aggiunto ha già iniziato a segnare il passo, mentre quelle capital intensive hanno tenuto, come dimostra peraltro il surplus commerciale record registrato a settembre da Pechino. Nei prossimi mesi, scommettono gli osservatori, la crisi finanziaria e la conseguente stagnazione della domanda mondiale si farà sentire sempre di più sulla bilancia commerciale cinese.
In questo quadro, che resta comunque ampiamente positivo, Pechino ha un elemento di consolazione: i consumi interni. La spesa delle famiglie cinesi sta diventando una componente sempre più importante della crescita economica del paese. Ciononostante, la Cina resta e resterà ancora a lungo una nazione export oriented. Ecco perché, per attutire la prevista gelata dei consumi mondiali, Pechino è già pronta a intervenire sul piano fiscale con generosi piani di spesa pubblica e di sviluppo infrastrutturale, e sul piano monetario con ulteriori riduzione del costo del denaro.

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