Euro e sterlina ancora in forte calo nei confronti del dollaro. La moneta unica europea è scesa sotto quota 1,28 nei confronti del dollaro nella notte, ai minimi da 23 mesi, per poi risalire leggermente a 1,2829 (1,3180 la chiusura di ieri). Gli analisti sono convinti che la Banca centrale europea sia costretta a un nuovo taglio dei tassi per dare una spinta al motore dell'economia continentale, in fase di netto rallentamento. La sterlina è scesa sino a 1,6203 dollari, il livello più basso da settembre 2003, per poi essere scambiata a 1,6253 dollari dal precedente 1,6706. La moneta britannica ha perso terreno anche nei confronti dell'euro a 78,95 pence da 78,17.
Il mercato si è posizionato quindi stamani in modo molto chiaro contro le valute ad alto rendimento e, soprattutto, contro euro e sterlina. È stata presa la direzione dello yen e del dollaro, tornati così a ricoprire il loro tradizionale ruolo di riferimento. L'euro nelle fasi iniziali è piombato fino a 1,2735 dollari e a 126,90 yen, nuovi minimi rispettivamente degli ultimi due e cinque anni. Il biglietto Usa si è invece arrampicato fino a 98,72 yen (top degli ultimi sette mesi) e a 1,6196 per una sterlina (il massimo settembre 2003. Anche se la disaffezione per la divisa unica europea e quella britannica era stata avvertita da alcune settimane, il brusco movimento di questa mattina ha sottolineato ulteriormente i timori per il quadro economico e finanziario europeo.
Non solo, secondo Roberto Mialic, strategist di Unicredit Group, «il mercato ha iniziato a scontare che gli Usa sono quelli messi meglio, nonostante tutto, per uscire dalla crisi in tempi ragionevolmente più rapidi dell'Europa». Inoltre, non bisogna sottovalutare che le perdite finanziarie accusate in giro per il mondo dai grandi gruppi stanno dirottando i flussi di denaro. A questo proposito nelle sale operative girano insistenti voci secondo cui molti fondi stanno rimpatriando capitali - soprattutto verso il Giappone e gli Stati Uniti - abbandonando le piazze ad alto rendimento che, per questo, sono anche quelle più a rischio. Movimenti che penalizzano quelle valute - come l'euro e la sterlina - che fino a ieri erano al centro dell'attenzione.