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Crisi mercati, Fmi: collaborare con i Paesi emergenti

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11 ottobre 2008

Il Fondo monetario internazionale «appoggia fortemente» il piano di azione in cinque punti deciso ieri dal G7 e spiega che di fronte alla «natura sistemica e profonda della crisi» occorra «una eccezionale vigilanza, coordinamento e prontezza nell'intraprendere un'azione coraggiosa».

È quanto si legge nel comunicato dell'Imfc, il comitato che stabilisce le linee guida dell'organismo. Il comitato sottolinea anche i rischi di «ricaduta» della crisi sui Paesi emergenti. E per questo ritiene «di importanza cruciale che ci sia collaborazione e coordinamento tra economie emergenti ed economie avanzate». Il comunicato chiede anche che le politiche macroeconomiche nei Paesi più sviluppati «forniscano uno stimolo essenziale di fornte al rischio di un pronunciato rallentamento economico, non appena sarà riportata la fiducia sui mercati finanziari».

Il Fondo «resta pronto a fornire risorse sostanziose per aiutare i Paesi membri a coprire il fabbisogno finanziario». Infine, il comitato dell'Fmi ha espresso la sua «profonda gratitudine» per il suo «inestimabile ruolo nel raccogliere consenso attorno alla riforma» dell'istituto di Washington all'ex ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che fino a maggio scorso ha presieduto l'organismo.

All'indomani della riunione del G7 si è svolto anche il meeting del G20, al quale hanno preso parte anche il direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn e il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick. Obiettivo dell'incontro: aumentare la pressione sui governi affinché agiscano rapidamente per fermare l'emorragia sui mercati azionari e limitare il contagio della crisi del credito nel mondo.

Il Fondo Monetario Internazionale, come si diceva, ha chiesto maggiore cooperazione fra i paesi ricchi e poveri per fronteggiare la crisi. Il Fondo si è detto inoltre pronto a mettere rapidamente a disposizione risorse «sostanziale» a disposizione dei paesi che soffrono la crisi.

Il G20 comprende i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali del G7, più fra gli altri diversi paesi in via di sviluppo, l'Argentina, l'Australia, il Brasile, la Cina, la Corea del Sud, l'Arabia Saudita, il Messico, la Russia, la Turchia. I paesi emergenti, colpiti dalla crisi senza esserne all'origine, temono un rallentamento economico più che i fallimenti delle banche. La scorsa settimana i mercati dei paesi emergenti sono stati contagiati dalla crisi e la Bourse di San Paulo è scesa del 20%, quella di Bombay il 16%.

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