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A Piazza Affari rendimenti negativi nel lungo periodo

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21 ottobre 2008

La crisi dei mercati fa tremare anche i cassettisti di Piazza Affari. Dalla consueta analisi dell'ufficio studi di Mediobanca su "Indici e dati relativi ad investimenti quotati" emerge che nell'ultimo decennio l'indice sul totale dei titoli quotati in Borsa ha avuto un rendimento reale medio annuo che oscilla tra il -1,9% per chi ha comprato nel gennaio 2004 al -49,4% per chi ha acquistato a inizio 2008, a ridosso del crollo dei listini. Solo chi è entrato nel 2003 è riuscito a non perdere (+0,8%).

Il rendimento medio annuo dell'indice generale Mediobanca sull'azionario italiano e aggiornato a venerdì scorso dice che, a partire da gennaio 1999, investire sul listino milanese in un'ottica di lungo termine ha prodotto una perdita al netto dell'inflazione. I rendimenti total return (considerando il reinvestimento dei dividendi) segnano infatti -0,2% medio annuo dal gennaio 1999 all'ottobre 2008 (-2,5% considerano anche l'inflazione), -2,1% dal 2000 (-4,4%), -3,2% dal 2001 (-5,4%), -0,2% dal 2002 (-2,4%).

Bilancio lievemente positivo, si diceva, per chi è entrato nel 2003 (+2,9% e +0,8% al netto dell'inflazione), mentre segna +0,2% dal 2004 (-1,9%), -5,4% dal 2005 (-7,7%), -13,1% dal 2006 (-15,4%), -27,8% da gennaio 2007 (-30,5%) e -46,8% dall'inizio dell'anno (-49,4%). Resta positivo il bilancio dal 1996: +7,5% e +5,3% al netto dell'inflazione. Nel dettaglio, dal 1999 a giugno 2008 il comparto assicurativo segna -1,5%, -1,9% le banche e +1,2% l'industria. Andamenti positivi dal 1996: +10,5% l'indice generale, +6,5% assicurazioni, +12% banche e +11% industria. Profondo rosso, invece, da giugno a ottobre 2008: -27,5% l'indice generale, -13,8% assicurazioni, -26,8% banche e -28,9% industria.

Da gennaio 2007 a giugno 2008 il podio dei rendimenti premia Saipem (+33,4%), Sirti (+15,1%) e Terna (+9,6%). Maglia nera per Seat Pagine Gialle (-71,7%), Telecom Italia Media (-57,9%) e Gemina (-47,6%).

Banche, l'Europa paga dazio. La crisi innescata dai mutui subprime è costata nel 2008 più alle banche europee che alle statunitensi. Le prime dieci banche del Vecchio continente hanno bruciato 304 miliardi in termini di capitalizzazione di Borsa dall'inizio dell'anno al 17 ottobre. La classifica degli istituti stilata da "Indici e dati" di Mediobanca evidenzia lo scivolone di UniCredit (-58,9% a 31 miliardi), scesa all'ottavo posto dal terzo di fine 2007.

Stabile in sesta posizione Intesa SanPaolo (-44,2% a 35,7 miliardi la performance dei 10 mesi). Prima resta Hsbc (-8,4% a 124,4 miliardi), seguita da Santander (-35,8% a 59,3), Bnp Paribas (-26,2% a 51), Bbva (-40,7% a 37,2), Credit Suisse (-24,4% a 36,2, a fine 2007 era decima), Intesa, Ubs (-46,7% a 35), UniCredit, Sberbank (-74% a 16,1) e Hbos (-91% a 5,4).

Nello stesso periodo le prime dieci banche statunitensi hanno bruciato 272,8 miliardi. Nella graduatoria spiccano Jp Morgan (prima in classifica e con +5,6% a 114,6 miliardi dall'inizio dell'anno), Wells Fargo (+11,1% a 79,1, seconda) e Us Bancorp (+6,6% a 39,7, quinta). Complessivamente la capitalizzazione bruciata dai 20 istituti è quindi pari a oltre 577 miliardi. Tra i primi dieci il peggiore è stato Lehman Brothers che ha visto la sua capitalizzazione di 28 miliardi annullarsi a causa del fallimento dello scorso 15 settembre.

Altri approfondimenti sul Sole 24 Ore in edicola mercoledì 22 ottobre.

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