È ufficiale: il Governo britannico è diventato l'azionista di maggioranza di Royal Bank of Scotland con una quota del 57,9% in seguito al rifiuto degli azionisti di partecipare all'aumento di capitale da 15 miliardi di sterline. Si tratta del più grande salvataggio di una banca britannica finora effettuato.
In totale, il Tesoro di Sua Maestà avrà 15 miliardi di sterline in azioni ordinarie e 5 miliardi in azioni privilegiate della seconda banca britannica. Il Governo ha acquistato 22,8 miliardi di azioni al prezzo concordato in ottobre di 65,5 pence per azione, mentre il titolo ha chiuso venerdì pomeriggio al London Stock Exchange a 55,30 pence (+0,30%).
I contribuenti britannici hanno quindi su carta registrato una perdita immediata di 3 miliardi di sterline, ma il Governo e Rbs sperano che il mercato si riprenda. Gli azionisti però sembrano avere poca fiducia: hanno acquistato infatti solo 56 milioni di azioni, solo lo 0,24% dell'offerta, scoraggiati dalla differenza tra il prezzo dell'offerta e quello reale di Borsa.
«Ci dispiace - ha detto Stephen Hester, chief executive di Rbs – che gli azionisti non abbiano esercitato il loro diritto all'acquisto, ma comprendiamo che le condizioni del settore bancario non rendevano attraente questa scelta. Dobbiamo lasciarci il passato alle spalle e guardare avanti puntando con decisione a quello che dobbiamo fare».
Il salvataggio di Rbs fa parte del piano da 37 miliardi di sterline di Londra per rimettere in carreggiata il settore bancario. Gli investimenti del Governo verranno gestiti da una nuova società chiamata Uk Financial Investments, che ha il compito di tutelare l'interesse dei contribuenti ed impedire che ci siano interferenze politiche nella gestione delle banche. Nelle prossime settimane anche Lloyds Tsb e Hbos si rivolgeranno agli azionisti per aumenti di capitale sottoscritti dal Tesoro.