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Ancora gelo nell'interbancario

di Vittorio Carlini

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6 NOVEMBRE 2008

Il taglio dei tassi c'è stato. Il costo del denaro in Eurolandia scende. Tutto bene, quindi? Sì, anzi no. Certo, la politica monetaria espansiva porterà dei benifici sui saggi per i depositi e per le tasche delle famiglie: l'Euribor a tre mesi, cui sono legati la stragrande maggioranza dei nostri mutui, è sceso a 4,592%. Tuttavia il mercato interbancario rimane sotto pressione: le banche continuano a non prestarsi soldi tra di loro. Per quale motivo? La risposta è molteplice. «In primo luogo -spiega Vincenzo Mioccio, direttore generale di e-Mid – bisogna sottolineare che il deposit rate resta alto». Cosa vuole dire? «Francoforte ha sì abbassato al 3,25% il costo del denaro. Ma ha ridotto solamente al 2,75% gli interessi (deposit rate, ndr) pagati alle banche che le prestano soldi. Si tratta di un valore ancora alto che, a fronte del rischio d'insolvenza di controparte, induce molti istituti di credito a continuare a prestare denaro alla "sicura" Bce». Insomma, Jean Claude Trichet ha da un po' di tempo lanciato un salvagente agli isitituti di credito e, per adesso, preferisce che ci rimangano attaccati. E ben saldi. Così non è un caso se, di recente, i depositi presso la Banca centrale sono saliti .

Ma non è solo il deposit rate. «Oltre alla mancanza di fiducia in senso stretto – spiega Rony Hamaui, docente di economia internazionale all'università la Cattolica – c'è la difficoltà del mercato ad accettare banche appesantite da prestiti, soprattutto con una duration lunga». Un fatto, quest'ultimo, che sarebbe interperato come un indizio di "difficoltà". «In un certo senso – afferma Hamaui – è la stessa Bce che ha spinto verso questa direzione». In che senso? «Francoforte ha deciso di monitorare la gestione del debito delle banche e ha chiesto di seguire una politica che ne rafforzasse la situazione patrimoniale». Così facendo, ha indubbiamente fatto un passo nella direzione giusta «ma – dice l'esperto – ha creato una forte diffidenza verso coloro che chiedono prestiti, peggio ancora se a a lungo. E così, adesso, nessuno osa più esporsi: pena il rischio di essere puniti dal mercato».

E allora, come se ne esce? «Credo che alcuni provvedimenti, come quello di garantire l'anonimato nell'interbancario, potranno migliorare la situazione». E poi, come peraltro lo stesso Governatore di Francoforte ha già annunciato, l'allentamento sulla politica monetaria deve continuare: «Entro fine anno – dice Hamaui – mi spetto un altro taglio dei tassi. Il costo del denaro dovrebbe scendere di altri 50 punti base e arrivare al 2,75 per cento». «Anch'io mi attendo un altro taglio – fa da eco Mioccio – Tuttavia, deve scendere di più anche il deposit rate». Insomma, una politica monetaria espansiva è necessaria per affrontare la recessione in atto. A Londra l'hanno capito: la BoE ha ridotto al 3% il costo del denaro , effettuando la maggiore diminuzione dal 1997 ad oggi. All'Eurotower si sa, sono più conservativi. Ma la strada è quella giusta.

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