Il taglio dei tassi c'è stato. Il costo del denaro in Eurolandia scende. Tutto bene, quindi? Sì, anzi no. Certo, la politica monetaria espansiva porterà dei benifici sui saggi per i depositi e per le tasche delle famiglie: l'Euribor a tre mesi, cui sono legati la stragrande maggioranza dei nostri mutui, è sceso a 4,592%. Tuttavia il mercato interbancario rimane sotto pressione: le banche continuano a non prestarsi soldi tra di loro. Per quale motivo? La risposta è molteplice. «In primo luogo -spiega Vincenzo Mioccio, direttore generale di e-Mid – bisogna sottolineare che il deposit rate resta alto». Cosa vuole dire? «Francoforte ha sì abbassato al 3,25% il costo del denaro. Ma ha ridotto solamente al 2,75% gli interessi (deposit rate, ndr) pagati alle banche che le prestano soldi. Si tratta di un valore ancora alto che, a fronte del rischio d'insolvenza di controparte, induce molti istituti di credito a continuare a prestare denaro alla "sicura" Bce». Insomma, Jean Claude Trichet ha da un po' di tempo lanciato un salvagente agli isitituti di credito e, per adesso, preferisce che ci rimangano attaccati. E ben saldi. Così non è un caso se, di recente, i depositi presso la Banca centrale sono saliti .
Ma non è solo il deposit rate. «Oltre alla mancanza di fiducia in senso stretto – spiega Rony Hamaui, docente di economia internazionale all'università la Cattolica – c'è la difficoltà del mercato ad accettare banche appesantite da prestiti, soprattutto con una duration lunga». Un fatto, quest'ultimo, che sarebbe interperato come un indizio di "difficoltà". «In un certo senso – afferma Hamaui – è la stessa Bce che ha spinto verso questa direzione». In che senso? «Francoforte ha deciso di monitorare la gestione del debito delle banche e ha chiesto di seguire una politica che ne rafforzasse la situazione patrimoniale». Così facendo, ha indubbiamente fatto un passo nella direzione giusta «ma – dice l'esperto – ha creato una forte diffidenza verso coloro che chiedono prestiti, peggio ancora se a a lungo. E così, adesso, nessuno osa più esporsi: pena il rischio di essere puniti dal mercato».
E allora, come se ne esce? «Credo che alcuni provvedimenti, come quello di garantire l'anonimato nell'interbancario, potranno migliorare la situazione». E poi, come peraltro lo stesso Governatore di Francoforte ha già annunciato, l'allentamento sulla politica monetaria deve continuare: «Entro fine anno – dice Hamaui – mi spetto un altro taglio dei tassi. Il costo del denaro dovrebbe scendere di altri 50 punti base e arrivare al 2,75 per cento». «Anch'io mi attendo un altro taglio – fa da eco Mioccio – Tuttavia, deve scendere di più anche il deposit rate». Insomma, una politica monetaria espansiva è necessaria per affrontare la recessione in atto. A Londra l'hanno capito: la BoE ha ridotto al 3% il costo del denaro , effettuando la maggiore diminuzione dal 1997 ad oggi. All'Eurotower si sa, sono più conservativi. Ma la strada è quella giusta.