Ubs incassa l'aiuto dello Stato elvetico e tenta ancora la non facile via del rilancio in autonomia. L'assemblea degli azionisti ha approvato con il 98,5% di "si" l'iniezione di 6 miliardi di franchi da parte della Confederazione, operazione questa accompagnata dal sostegno della Banca nazionale svizzera, che garantirä 54 milairdi di dollari per un veicolo destinato alal raccolta di titoli tossici di Ubs.
Se nell'immediato questo aiuto pubblico rafforza Ubs, in prospettiva per la banca restano ostacoli non secondari da superare. Quest'anno nei conti vi saranno altri 4 miliardi di franchi di svalutazioni, come effetto collaterale delll'intervento della Bns. Per il 2009, il presidente del cda Peter Kurer ha ribadito che la banca ritroverà l'utile, ma durante l'assemblea non sono stati forniti dati su un elemento importante per il rilancio, cio' sul proseguimento o meno del deflusso di capitali dalla banca in questi ultimi due mesi.
Resta la tensione anche per l'indagine delle autorità Usa, che accusano Ubs di aver aiutato clienti americani ad attuare frodi fiscali ai danni dell'erario di Washington e chiedono nomi e dati di questi clienti. Il dossier è nelle mani del Governo elvetico, ma nel frattempo alcuni clienti Usa hanno denunciato la banca per violazione del segreto bancario, per la trasmisssione di dati a Berna. Ubs è tra l'incudine ed il martello. Kurer ha difeso il segreto bancario ma non ha nascosto la preccupazione.
A fianco di Kurer c'era il Ceo Marcel Rohner ed altri manager, ma non Sergio Marchionne, a.d. Fiat e vice presidente indipendente di Ubs. Fiat ha precisato che Marchionne era assente a causa di impegni improcrastinabili, ma il fatto che il manager italo-canadese mancasse ha inevitabilmente suscitato l'attenzione di molti. Nel dopo assemblea alcuni analisti si sono chiesti se il fatto possa segnare o meno una parziale presa di distanze dall'attuale gestione Kurer.
Sul versante della politica di limitazione dei bonus, oggetto di una relazione di Kurer, c'è da registrare l'aumento della somma relativa a rinunce o restituzioni da parte di ex manager. Al momento la cifra complessiva recuperata dalla banca è vicina ai 70 milioni di franchi, ma vi sono trattative in corso con altri ex dirigenti.