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Caso Zaleski, ultimo atto

di Alessandro Graziani e Marigia Mangano

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14 NOVEMBRE 2008

L'avventura da finanziere di Romain Zaleski sta per volgere al termine. Entro martedì prossimo partirà il «commissariamento » delle banche italiane. Poi scatterà il piano di liquidazione della Carlo Tassara, la finanziaria di Zaleski, che richiederà circa 12 mesi. L'obiettivo è la cessione graduale di tutte le partecipazioni, individuando acquirenti istituzionali per i tre pacchetti azionari più «delicati»: Intesa Sanpaolo (5%), Generali (2,27%) e Mediobanca (2%).

È questo in estrema sintesi, secondo fonti bancarie, il piano al vaglio dei creditori italiani per portare a termine il salvataggio del finanziere Romain Zaleski, in grande difficoltà a causa del crollo dei mercati azionari. Un progetto articolato, che sarà seguito in prima persona dal banchiere Pierfrancesco Saviotti, destinato ad assumere su mandato delle banche le leve gestionali della Tassara. Perno del riassetto è il rifinanziamento da parte delle banche italiane dei crediti delle banche estere (Bnp Paribas e Royal Bank of Scotland), che stavano per escutere i pegni e liquidare sul mercato i pacchetti azionari.

La proposta, che ormai sarebbe già stata delineata dagli advisor in campo, Leonardo & C e lo studio Lombardi & Molinari, sarebbe senza «sconti» e dovrebbe prevedere che l'intera esposizione delle banche estere – 1,6 miliardi divisi tra Rbs e Bnp Paribas sia estinta anticipatamente, con contestuale accollamento del debito da parte dei cinque istituti italiani, già esposti per 4,2 miliardi.Il tutto a fronte di un pegno sull'intera Carlo Tassara. Figurano, nella lista delle banche finanziatrici, UniCredit (esposto per 1,8 miliardi su un «accordato » di 2,2), Intesa Sanpaolo (1,7 miliardi), Mps (330 milioni), Ubi Banca (200 milioni), Bpm (110 milioni).

Chiuso, infatti, il giro dei consigli di amministrazione, chiamati a deliberare oltre ai conti trimestrali anche l'ulteriore impegno nei confronti del finanziere (l'ultimo via libera, dato ieri, è quello del comitato crediti di Mps), si può ora procedere con la chiusura delle posizioni di Rbs e Bnp Paribas. Finora, fanno sapere alcune fonti, le banche straniere non avrebbero avuto alcuna convocazione. È dunque probabile che tra oggi e domani ci sia prima una riunione "interna", per poi procedere alla firma tra lunedì e martedì. Il banchiere Gerardo Braggiotti, che per conto di Leonardo & Co sta seguendo il riassetto in prima persona su mandato della Tassara, avrebbe fatto sapere che l'intera questione sarà risolta «a breve». La «nazionalizzazione» del debito di Zaleski è solo il primo passo di un piano di più ampia portata.

L'obiettivo, riferisce un banchiere vicino alla trattativa, è quello di procedere a una «sorta di liquidazione extragiudiziale» da chiudere nel giro di un anno. La stessa riferisce la fonte –potrà essere sospesa in due casi: 1) se il Nav della Tassara lo permetterà, complice una ripresa dei mercati; 2) se il finanziere troverà le risorse per chiudere la posizione verso le banche italiane. Nell'ambito di questa vendita «forzata» del portafoglio partecipazioni della Carlo Tassara ci sono delle priorità. La prima, e anche la più delicata, è il collocamento del pacchetto del 5% in Intesa Sanpaolo. Una quota troppo «ingombrante» per finire sul mercato. Ma anche strategica per gli equilibri azionari dell'istituto che, nella primavera del 2010, dovrà procedere al rinnovo dei consigli in scadenza. Un'ipotesi è che il 5% venga «spacchettato» tra le Fondazioni azioniste, a partire dalla Compagnia San Paolo e dalla Fondazione Cariplo.

Il dossier non è però di attualità immediata. Anche perché, almeno per il momento, manca una regia che coordini il possibile intervento delle Fondazioni che non sono legate tra loro nè da patti di sindacato nè da accordi di prelazione.

Oltre alla quota in Intesa Sanpaolo, il dossier Zaleski porterà alla liquidazione delle quote in Generali (2,27%) e Mediobanca (2,2%). I potenziali compratori non mancano. Pochi giorni fa, l'imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone ha detto di essere interessato ad aumentare la partecipazione in Generali e a valutare Mediobanca.

C'è poi il capitolo delle società non quotate: Alior Bank in Polonia, la quota nella Metalcam, società siderurgica bresciana, e Comilog, che ha i diritti di sfruttamento di una miniera di manganese in Gabon. Per quest'ultima, peraltro, sarebbe in gara un gruppo francese. Tutti questi asset a valori di libro sono iscritti per circa 1 miliardo.

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