Il recente accanimento nei confronti di Romain Zaleski è forse eccessivo. In fin dei conti, se il finanziere ha goduto di troppo credito la colpa non è solo sua ma anche delle banche che lo hanno generosamente finanziato. Può darsi, come qualcuno sostiene, che «sparino al passero per colpire il piccione». Ma non c'è dubbio che a generare un certo clima di opacità nei suoi confronti, l'ingegner Zaleski ci abbia messo del suo. Perchè un finanziere che arriva ad avere undici miliardi di partecipazioni azionarie e sette miliardi di debiti, poteva anche avere un sussulto di trasparenza. I bilanci della sua Tassara non sono mai stati comunicati al mercato. Né tantomeno è stata mai fatta chiarezza sulla ragnatela delle holding olandesi, cui fa capo la Tassara, che negli ultimi anni hanno incassato ingenti profitti. Per alcuni versi la vicenda dell'ingegnere minerario francese di origini polacche, che nell'83 valicò il confine transalpino evitando l'autostrada, ricorda quella di un odontotecnico di Zagarolo. A cui per anni tutti hanno chiesto: chi c'è dietro? (Al.G.)