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Il caso Mattei: perchè resta ancora uno dei misteri italiani

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11 dicembre 2008
ENRICO MATTEI KBU ANSA

Il caso Mattei continua ad essere oggetto di accese discussioni a 46 anni dalla scomparsa del leggendario fondatore dell'Eni. Un'accurata ricostruzione degli eventi che seguirono la sciagura aerea di Bascapè, la località in provincia di Pavia dove precipitò il piccolo Maurane Saulnier a bordo del quale viaggiavano Enrico Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi e il corrispondente romano di "Life" William McHale, è riproposta dal mensile "IL" allegato al "Sole-24 Ore" in edicola.

Nell'inchiesta realizzata da Giuseppe Oddo sono tra l'altro analizzate le carte dell'indagine giudiziaria che la Procura di Pavia riaprì nella seconda metà degli anni '90 in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia.

Il sostituto procuratore Vincenzo Calìa accertò che il velivolo era precipitato il 27 ottobre 1962 per lo scoppio di un piccolo ordigno che era stato nascosto nella cabina di pilotaggio mentre l'aereo era in sosta all'aeroporto catanese di Fontanarossa. Nell'inchiesta di "IL" si riporta la testimonianza di un esperto che avvalora il quadro probatorio della Procura di Pavia e si ricostruisce il ruolo controverso di Eugenio Cefis, che dopo la morte di Mattei fu chiamato dal Governo ad assumere la guida dell'Eni.

Cefis, che con Mattei aveva partecipato alla resistenza, fu da questi chiamato a ricoprire nell'Eni posizioni di responsabilità, ma a un certo punto se ne uscì probabilmente per dissensi con il presidente. Il suo rientro fu da molti considerato come una forma di restaurazione in contrasto con la politica di Mattei che puntava a spezzare il cartello delle major petrolifere e a fare dell'Eni un grande attore internazionale nel settore degli idrocarburi.

La tesi più accreditata è che Mattei sia stato persuaso ad andare in Sicilia – dove si recò il 26 ottobre 1962, prima a Gela, poi, l'indomani, a Gagliano Castelferrato, in provincia di Enna, per rientrare nel pomeriggio del 27 a Milano da Catania – e che lì fosse pronta a scattare una trappola mortale ideata da menti raffinate.

L'aereo fu sabotato mentre era in sosta a Fontanarossa – forse da persone dei servizi, con l'appoggio di Cosa Nostra, forse addirittura dalla stessa Cosa Nostra – con una piccola carica di esplosivo collegata al sistema di apertura dei carrelli. Il Morane Saulnier esplose e s'incendiò in volo durante la manovra di avvicinamento a Linate, mentre il pilota abbassava la leva che comandava l'apertura dei carrelli. Da quel momento perse l'assetto e cominciò ad avvitarsi, venendo giù a piombo nella campagna di Bascapè.

Se delitto fu, restano non identificati i mandanti: è questo il limite dell'inchiesta di Pavia. Le reiterate azionisti di depistaggio che scattarono già a partire da quel 27 ottobre 1962 hanno fatto sì che restassero nell'ombra. Ci aveva provato a stanarli Mauro De Mauro, grande cronista de "L'Ora" di Palermo, ma fu rapito e eliminato. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.

La tesi che l'attentato possa essere stato organizzato delle Sette Sorelle del petrolio appare sempre più debole, anche perché Mattei avrebbe dovuto sottoscrivere un importante accordo con la Esso e avrebbe dovuto recarsi negli Usa per incontrare il presidente Kennedy e porre fine ai contrasti con le major americane. Su questo vi è ampia concordanza di vedute anche da parte di chi continua a non credere nella tesi del sabotaggio e a ritenere, invece, plausibile ancora oggi quella dell'incidente provocato da un errore di manovra del pilota per le pessime condizioni meteo.

Il democristiano Amintore Fanfani, che all'epoca dei fatti era presidente del Consiglio, dichiarò tuttavia molti anni dopo, in modo a dir poco sibillino, che la morte di Enrico Mattei sarebbe stato il primo di una lunga serie di atti terroristici commessi in Italia, che avrebbe portato successivamente alla strage di Piazza Fontana e a quella di via Fani. Forse alludeva alla crisi dei missili di Cuba che proprio intorno a quel tragico 27 ottobre 1962 rischiò di sfociare in uno scontro nucleare tra Usa e Urss, le due superpotenze. O forse al fatto che forze oscure avevano cominciato a tramare contro il potente "numero uno" dell'Eni preoccupate della sua segreta aspirazione alla Presidenza della Repubblica proprio mentre la Dc stava per aprirsi al Centro-sinistra. Per tutti questi motivi, il caso Mattei resta a 46 anni dalla tragedia di Bascapè uno dei grandi misteri italiani.

FINANZA&POTERE - il blog di Giuseppe Oddo

11 dicembre 2008
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