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L'asse in Svizzera con Ubp fa tremare la finanza italiana

di Walter Riolfi

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13 dicembre 2008


Quando, qualche anno fa la prestigiosa rivista Barron's chiese a Bernard Madoff come facesse ad avere quei ritorni a due cifre sulle sue gestioni, regolarmente, tutti gli anni, anche con i mercati in calo, il guru rispose: «È una strategia di mia esclusiva proprietà e non posso illustrarla nei dettagli». Il dettaglio era che lui i soldi non li gestiva: li rubava e teneva buoni i clienti inventando falsi ritorni. Uno che come lui incantava gli investitori americani non poteva non far breccia anche tra quelli europei: e molti di loro sono italiani.
Si può dire che nei fondi di fondi hedge di una larga fetta delle istituzioni finanziarie italiane, soprattutto quelle indipendenti non legate a un grande gruppo, che si sono affidate alla consulenza di un advisor internazionale, ci siano attività che fanno capo a Madoff. Attività è un termine astratto, adesso, poichè quel denaro investito dovrebbe essere finito tutto in fumo.
In Europa e precisamente a Ginevra c'è una grande istituzione finanziaria che ha investito nei fondi di Madoff: è Union Bancaire Privée che, secondo indiscrezioni, sarebbe esposta per un controvalore di uno-due miliardi di dollari. Poca cosa per quella che è conosciuta come una delle principali banche private della Confederazione e tra i maggiori gestori al mondo con oltre 80 miliardi di euro amministrati. Ma UBP conta tra i suoi clienti parecchi privati cittadini e soprattutto istituzioni finanziarie italiane. Una di queste è Aletti Gestielle, controllata dal Banco Popolare. Con Ubp ha addirittura creato una joint venture paritetica dedicata agli investimenti alternativi. Qualcosa è finita anche nei fondi di Madoff: poca roba, «con un impatto minimo nei nostri fondi di fondi hedge», spiega una fonte della banca veronese.
Ma ieri nel piccolo mondo della finanza milanese si facevano i nomi di gran parte delle banche e società di gestione italiane. Anche i nomi grossi, come UniCredit e, per la precisione della controllata irlandese Pioneer Alternative Investments. Secondo Bloomberg, Pioneer avrebbe investito con Madoff (come si ricava dallo stesso sito Web della società) sostanzialmente tutti i 280 milioni di dollari contenuti nel proprio Primeo Select Fund. La banca non ha voluto commentare.
Ma Madoff operava anche attraverso una serie di fondi chiamati "feeder", una sorta di fondi cloni che ripetevano le sue operazioni e, dunque, si presume anche quella sua personale strategia. Due sono i newyorkesi Fairfield Sentry e Tremont Advisors' Broad Market; un altro è lo svizzero Thema; e una altro ancora il londinese Kingate gestito da FIM. Soprattutto questi ultimi due sono finiti nei portafogli di parecchi fondi di fondi hedge italiani. Al momento è difficile capire in quali, anche perchè è impossibile verificare tutta la ridda di voci e di nomi che sono stati fatti. S'è scoperto che Fim ha avuto un rapporto di consulenza con i fondi del SanPaolo. Ma in seguito alla fusione con Intesa, spiega una fonte del gruppo, «da mesi non esistono più investimenti in Kingate o nei fondi gestiti da Madoff».
Tra i nomi importanti che si sono fatti c'è anche quello di Mediobanca (Esperia). Ma la società ha negato categoricamente d'essere esposta con Madoff. Anche Banca Generali non ha mai avuto rapporti con l'ex guru americano. Ma sul gruppo Generali si sono sentite parecchie voci e alcuni operatori hanno raccontato di una insolita agitazione a Lugano presso la sede della Bsi. Un importante gestore italiano sostiene che parecchie piccole istituzioni finanziarie avrebbero sottoscritto i fondi di Madoff. Sembrava il gestore ideale: rendimenti medi attorno al 15% annuo, e costanti in tutti i periodi; e, soprattutto, poche commissioni per i clienti e nessuna commissione di gestione. Sembrava la cosa più sicura e tranquilla.
Eppure qualcosa non convinceva: proprio nella straordinaria costanza dei rendimenti e nella assoluta mancanza di volatilità. Fin dal maggio 2001, un articolo di Michael Ocrant, pubblicato dall'istituto Mar/Hedge (specializzato nell'analisi degli hedge fund), aveva messo in dubbio i risultati e la stessa gestione di Madoff: probabilmente, conclude l'autore, c'è qualcos'altro sotto quel tipo di gestione.

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