ILSOLE24ORE.COM > Notizie Finanza e Mercati ARCHIVIO

Gran Bretagna, Varley (Barclays):
«2009, un altro anno di crisi»

di Nicol Degli Innocenti

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
15 DICEMBRE 2008

LONDRA - La crisi economica in Gran Bretagna potrà solo aggravarsi nel 2009: questa la previsione di John Varley, chief executive di Barclays. I prezzi delle case crolleranno del 15% nel 2009 e continueranno a calare anche nel 2010, mentre il tasso di disoccupazione salirà anche oltre il 7 per cento. In un'intervista televisiva in diretta stamattina, lunedi 15 dicembre, Varley ha dipinto un quadro a fosche tinte dell'economia britannica, ma ha detto che dopo un 2009 all'insegna della recessione la crescita tornerà nel 2010.

Per quanto riguarda il settore immobiliare, Varley prevede che il calo dei prezzi tra 2007 e 2010 sia intorno al 30%: «Probabilmente siamo a meà del periodo (di calo), quindi in altre parole abbiamo ancora il 10-15% di flessione da attenderci tra ora e la fine del prossimo anno» ha detto. Per l'occupazione non ci saranno notizie positive almeno fino al 2010: «Credo sia possibile che ci saranno altri 700mila licenziamenti nei prossimi dodici mesi» ha detto il chief executive della banca, sottolineando che il numero potrebbe salire ulteriormente l'anno successivo. Mercoledì 17 gennaio verranno resi noti i dati ufficiali sull'occupazione e si prevede un ulteriore incremento dei senza lavoro sopra quota 2 milioni.

Le banche hanno "indubbiamente" giocato un ruolo nel creare e accelerare la crisi attuale e sono in parte responsabili per la recessione in corso, ha ammesso Varley, però vanno riconosciute anche le responsabilità delle banche centrali e dei governi dei Paesi coinvolti. «Le banche devono essere pronte ad avere l'umiltà di riconoscere e accettare questo e di dire "mi dispiace"» ha detto ancora, definendo "follia" la fase dei mutui facili.

Varley ha anche spiegato che la ragione principale per cui Barclays ha respinto gli aiuti di stato offerti da Londra al settore bancario è stata la volontà di restare indipendente e continuare a crescere ed espandersi all'estero. «Se i soldi dei contribuenti britannici vengono investiti in una banca perché il Governo ha acquistato azioni, chiaramente gran parte del capitale e delle attività delle banche devono restare in Gran Bretagna, - ha detto. – Le nostre attività in Gran Bretagna sono estremamente importanti per noi, ma noi abbiamo più dipendenti fuori dal Paese che dentro, abbiamo più clienti fuori dal Paese che dentro e quindi è molto importante per me che la nostra strategia di crescita fuori dalla Gran Bretagna non venga ostacolata». Barclays ha preferito essere "salvata" dall'intervento di investitori mediorientali.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.