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Bpm vara il piano di esodi volontari

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17 dicembre 2008

La Banca Popolare di Milano taglia il 4,5% dei dipendenti. La mossa era nell'aria e in qualche modo all'assemblea di sabato scorso c'era stata un'anticipazione del provvedimento. Ieri è arrivato l'annuncio ufficiale: il consiglio di amministrazione della banca milanese guidata da Roberto Mazzotta ha dichiarato che ridurrà di 400 unità il personale (a fine 2007 a bilancio risultavano un organico di 8590 addetti). Bpm, si è appreso da una nota, ha dato mandato al direttore generale, Fiorenzo Dalu, di avviare il percorso per «la definizione dell'accordo quadro preventivo all'applicazione e all'attuazione del Decreto Ministeriale 158/2000 relativo al "Fondo di solidarietà" dei lavoratori dipendenti delle aziende di credito». Alle misure i lavoratori potranno accedere su base volontaria, nel quadro della politica complessiva di contenimento dei costi e di aumento dell'efficienza delle strutture operative. L'obiettivo è di ridurre l'organico in tre anni, dal 2009 al 2011, di 400 addetti, di cui circa 280 relativi alla capogruppo Bpm e 120 tra le controllate Cassa di Risparmio di Alessandria e Banca di Legnano.

E proprio ieri il board si è riunito per ascoltare la relazione di Dalu su come la banca possa aggiungere redditività in un momento così difficile. Il piano anti-crisi comprende l'intervento sui costi, compresi quelli del personale e, come annunciato, l'utilizzo del fondo esuberi. Non è una novità perché anche altri istituti si sono già mossi in questa direzione. Sabato scorso, nel corso dell'assemblea straordinaria dei soci, lo stesso Mazzotta aveva definito i possibili tagli «niente di terrificante, bisogna stringere i bulloni in un momento di crisi così generalizzata. E le banche di territorio hanno mostrato di saper reggere meglio». L'assise, chiamata a votare sulle rilevanti modifiche statutarie chieste d'urgenza da Bankitalia, si è chiusa con un voto a favore a larghissima maggioranza. L'esito plebiscitario va però interpretato con la scelta del maggior sindacato interno alla banca, la Fabi, di disertare l'appuntamento per esplicitare il dissenso sulle modifiche, senza, però, spaccare i soci con un voto contrario. In avvio di assemblea si era temuto che l'assenza degli iscritti Fabi potesse far mancare il numero legale per avviare i lavori.

Superato l'appuntamento delle modifiche statutarie (riduzione dei consiglieri da 20 a 16, spazio alle minoranze, delega più ampia al management e quorum diversi per assemblee su scelte rilevanti) l'istituto milanese è attualmente impegnato nell'offerta pubblica per Anima Sgr, la società di risparmio gestito guidata da Alberto Foà, che permetterà di rafforzare la presenza nel settore. Una mossa che permetterà di aumentare la raccolta diretta, e quindi il funding della banca con l'obiettivo di mantenere gli impieghi alla clientela. (R. Fi.)

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