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Crisi, Faissola: «Non ci sono tensioni col Tesoro sulla remunerazione dei bond»

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16 dicembre 2008

Tra le banche e il ministero dell'Economia «non credo che ci siano particolari tensioni» sulla remunerazione del bond che i grandi istituti quotati potranno emettere per rafforzare il loro patrimonio e che sarà sottoscritto da via XX Settembre. Lo ha detto Corrado Faissola, presidente dell'Abi, a margine della presentazione del Rapporto dell'Abi sul costo del lavoro in banca. Parlando del nuovo strumento di sostegno da parte del Governo nei confronti della patrimonializzazione delle banche il presidente dell'Abi ha sottolineato che il costo del bond «sta per essere definito», anche se per la messa a punto, c'è stato «un piccolo rallentamento» dovuto al fatto che «si stanno definendo gli ultimi aspetti non tanto in funzione di divergenze tra Tesoro, Banca d'Italia e Abi, ma in riferimento a norme dettate dagli organismi europei».

Sul fronte della definizione della remunerazione del bond i problemi riguardano «fattori di comparazione internazionale» che sono all'attenzione del Governo. Faissola ha, inoltre, smentito seccamente l'ipotesi di una resistenza da parte del sistema bancario per la condizione, prevista dalla normativa del Dl anticrisi, di un codice etico delle banche che vorranno emettere il bond. «È un tema su cui già all'inizio con i protocolli di intenti tra il Governo e l'industria bancaria non c'era nessun tipo di divergenza di opinione. Quello di un codice etico inteso come principi di correttezza, trasparenza e moderazione delle retribuzioni sono condivisi dalle banche».

«Il sistema bancario - ha detto Faissola - è solido e pronto ad affrontare il nuovo shock» legato alla truffa da 50 miliardi di dollari del finanziere statunitense Bernard Madoff». È chiaro, ha anche aggiunto il presidente dell'Abi, «che una crisi sistemica come quella che stiamo vivendo non può lasciare indenne da riflessi il sistema bancario italiano».

Faissola, poi, rispondendo a distanza al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che nella mattinata aveva sottolineato un restringimento del credito per le piccole e medie imprese, ha detto che il calo del credito alle imprese é dovuto anche al ribasso del livello di investimenti.«Penso che lo sforzo delle banche - ha detto Faissola - per le piccole e medie imprese sia molto elevato. I dati, forniti dagli istituti di ricerca, sono tali da confermare che la quantità di credito é elevata. Certamente ha risentito in maniera, anche se marginale, dal calo degli investimenti». (N.Co.)

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