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La requisitoria del Pm Greco / 3

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....La banca (cioè Bank of America, n.d.r.) consultava Bloomberg...la Centrale Rischi;...sapeva che nei bilanci Parmalat non c'era informazione sugli Uspp (sigla che come abbiamo già detto sta per collocamenti privati negli Stati Uniti, n.d.r.) e che l'indebitamento bancario non poteva tener conto di queste obbligazioni. All'aprile 2003 l'indebitamento in consolidato era di 1.776 milioni di euro, gli Uspp erano quasi mille milioni...; la banca sapeva che non veniva data informazione sui buy back...che il costo del denaro era superiore a quello dichiarato...che non veniva data informazione sui partecipation agreement...che Parmalat aveva obbligazioni in veicoli fuori bilancio (questo lo sa perché c'è scritto nelle sue carte, le chiamano proprio off balance obbligation), così come del resto ha dichiarato a Banca d'Italia;...conosceva i rapporti finanziari tra la Parmalat Capital Finance e Bonlat...sapeva che i bilanci del Brasile erano aggiustati,...che alcuni rilevanti dati finanziari Tonna non li voleva dare...che il comparto sudamericano, in particolare il Brasile, andavano male...che i covenants (clausole speciali associate ai bonds, n.d.r.) erano sempre al limite e spesso anche sforati; la banca sapeva e costruiva operazioni in frode al fisco.
Ecco, credo che a questo punto valga la pena di parlare del Brasile...
E vorrei cominciare a parlare del Brasile citando Dorfman, perché sembra che il nostro capo di imputazione l'abbia scritto lui.
Dorfman scrive nell'88: "Certamente Parmalat avrà ragioni fiscali o di bilancio per volere fare in questo modo. Ho saputo che sono già considerati molto indebitati sul mercato italiano...", è una notizia che sembra girasse per il mondo, "... se la ragione per fare questa operazione in questo modo è rendere meno evidente l'elevato indebitamento della società ai creditori o investitori, questa è difficilmente una motivazione allettante per noi". Ripeto: sembra che abbia scritto il nostro capo di imputazione....Questa operazione, dopo 4 o 5 rifiuti,....è stata fatta. Vediamo perché.
...Nel '97 in occasione di quel prestito sindacato di cui stavamo parlando prima, Bank of America del Brasile cerca di capire che cosa sono i conti brasiliani, che cosa sono le società brasiliane... Eduardo Idal...fa un po' di report e dice: "...si tratta di una società...abbastanza indebitata...con margine operativo prima delle spese finanziare ragionevole, tuttavia diminuito dalle alte spese finanziarie, che viene crescendo attraverso acquisizioni per le quali la holding [non] ha contribuito con alcun capitale addizionale...La maggior parte del capitale è stato fornito da terzi". Cioè la...crescita presunta del fatturato brasiliano non è dovuta a un aumento delle vendite e della produzione, ma...all'aver messo insieme acquisizioni a debito. "Questa società non genera liquidità sufficiente per ripagare i suoi debiti, ha bisogno di rifinanziarli"...Noi sappiamo che uno dei grandi problemi del Brasile era...che loro acquisivano queste società e portavano all'attivo i marchi, marchi che non esistevano più, perché la prima cosa che faceva giustamente la Parmalat era togliere il vecchio marchio e attaccarci sopra il marchio Parmalat. Però li riportavano in bilancio, questi marchi, per valori abnormi...L'analisi è abbastanza approfondita e hanno individuato esattamente i problemi dei bilanci del Brasile, che facevano schifo...
Qual è la risposta di Sala a questo signor Idal? La risposta...è del 13-3-'97 ed è molto significativa...Sostanzialmente Sala dice: "Non andate a rompere le scatole a Parmalat Brasile con assurde pretese di due diligence, se no questi si arrabbiamo e ci tolgono i mandati. Io concordo con voi che i dati fanno schifo, però non è questo il problema, abbiamo dei covenant, ma soprattutto abbiamo giudicato un rischio accettabile tenercelo sui nostri libri per quattro mesi, noi in quattro mesi lo scarichiamo", e infatti lo scaricano. Qui stiamo parlando sempre del prestito sindacato di 75 milioni.
Il signor Idal scrive un po' sconfortato: "Vera...", manda una e-mail a Vera Matinata,..."come concordato con le conversazioni di oggi con Luca Sala credo che dobbiamo aspettare la preparazione dell'offerta prima di prendere decisioni. Ciò si deve ai seguenti fatti: una mia prima analisi dei numeri non mi permettere di giungere ad una conclusione sulla possibilità di presentare e approvare il credito. A prima vista, nella migliore delle ipotesi, sarebbe un border line credit". Poi va avanti e dice: "Luca Sala ha indicato che l'impresa ha offerte di credito da parte di Chase e Bank of Boston e che ci sta facendo un favore a farci fare un'offerta. L'implicazione è che un tentennamento da parte nostra potrebbe compromettere la relazione con la società in altri Paesi, così non è chiaro in questo momento se dobbiamo o no richiedere ulteriori bilanci e le spiegazioni necessarie per un'analisi del credito"...
Bene, il prestito è stato dato, lo sappiamo; è stato dato tra l'altro con un rilevante margine aggiuntivo, del resto...una delle prime e-mail dice: "Qui praticheremo un tasso di interesse aggressivo, senza voler far piovere sul bagnato, è chiaro che la giustificazione per assumere un rischio maggiore è che avremo un ritorno maggiore": un rischio giudicato accettabile per una durata non superiore ai 4/6 mesi e che infatti viene poi scaricato sulle banche del prestito sindacato.
  CONTINUA ...»

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