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Dal Governo Usa un salvagente
da 350 miliardi per Citigroup

di Marco Valsania

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25 novembre 2008

NEW YORK - Il governo americano ha lanciato un salvagente da oltre 300 miliardi di dollari a Citigroup (da sommare ai 45 iniettati nel capitale), allontanando lo spettro di un collasso della grande banca che potesse scuotere i mercati azionari globali. Le autorità federali, nella più ambiziosa operazione, finora tentata, di soccorso nel mondo dell'alta finanza, hanno deciso di iniettare direttamente venti miliardi in nuovi capitali nell'istituto (dopo i 25 già arrivati dal fondo speciale Paulson) e di offrire garanzie per limitare drasticamente le sue perdite su 306 miliardi di dollari di asset tossici.

«Abbiamo salvaguardato il sistema finanziario», ha dichiarato ieri mattina il presidente George W. Bush, fiancheggiato dal Segretario al Tesoro Henry Paulson. E non ha escluso ulteriori interventi di salvataggio di cruciali istituzioni finanziarie: «Abbiamo preso simili decisioni in passato, ne abbiamo presa una adesso e se necessario faremo altrettanto in futuro». Il presidente ha inoltre affermato di essere in stretto contatto sull'evoluzione della crisi con il suo successore alla Casa Bianca, Barack Obama, che nelle stesse ore ha presentato la propria squadra economica guidata dal futuro ministro del Tesoro Tim Geithner e dal super-connsigliere Larry Summers.

L'intervento e le promesse di Bush, al termine di una maratona negoziale durata l'intero fine settimana tra i vertici di Citi e il Tesoro, sono stati accolti con un sospiro di sollievo da Wall Street. In Borsa Citi ha guadagnato oltre il 70% per assestarsi in seguito a un rialzo del 57,82%, invertendo la rotta rispetto alle flessioni del 60% sofferte soltanto la scorsa settimana e che avevano spinto le azioni alle quotazioni minime in 15 anni. Il costo di assicurare per un quinquennio dieci milioni di dollari in obbligazioni targate Citi contro il rischio di default si è a sua volta dimezzato a 255.000 dollari l'anno. Altri titoli finanziari, da JP Morgan e Bank of America, hanno guadagnato terreno e l'indice settoriale di S&P è lievitato nel pomeriggio di oltre l'11 per cento.

Il piano, che ha preso forma definitiva domenica notte quando è stato discusso con i leader del Congresso, prevede che su selezionati asset tossici per 306 miliardi di dollari, in buona parte legati a mutui residenziali e commerciali, l'istituto debba sostenere i primi 29 miliardi di perdite. A quel punto scatterà una copertura quasi integrale suddivisa tra Tesoro, Federal Reserve e Federal Deposit Insurance Corporation, l'ente che assicura i depositi: le autorità si faranno carico del 90% delle perdite, il Tesoro dei primi 5 miliardi, la Fdic dei succesivi dieci e la Fed del resto. La banca risponderà del 10% del passivo. Il Tesoro, per rafforzare Citi, verserà inoltre venti miliardi nel capitale, che andranno a sommarsi ai 25 miliardi già arrivati dal fondo speciale di 700 miliardi per salvare l'alta finanza.

Il governo, in cambio, ha in programma di ricevere azioni privilegiate fino a 27 miliardi di dollari con un rendimento dell'8 per cento. Dovrebbe inoltre ottenere 2,7 miliardi in warrant, diritti ad acquistare titoli in futuro. Il direttore finanziario di Citigroup, Gary Crittenden, ha tuttavia affermato che la partecipazione pubblica non supererà il 7,8%, escludendo una nazionalizzazione. Citi ha anche accettato di sospendere il pagamento del dividendo agli azionisti (al di là d'un simbolico centesimo per azione) per i prossimi tre anni e restrizioni sui compensi per i dirigenti. Gli attuali vertici dell'istituto, però, rimarranno in carica.

Citigroup, che vanta 200 milioni di clienti in 106 paesi e asset (dentro e fuori bilancio) stimati in tremila miliardi, è stata messa in ginocchio da strategie che per anni sono state caratterizzate da forte espansione, aggressività e scarsi controlli interni. Dopo essere rimasta coinvolta nell'era degli scandali di Enron e WorldCom, Citi è stata scottata da passi falsi anche in Europa e Giappone, che hanno accelerato cambi al vertice. Nel corso della nuova crisi è stata scossa dall'eccessiva esposizione a asset rischiosi, che si è tradotta in perdite per 20 miliardi in quattro trimestri. Il neoamministratore delegato Vikram Pandit ha di recente annunciato profonde riorganizzazioni, anticipando il taglio di oltre 50 mila posti di lavoro.

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