Tassi ancora in calo sul mercato interbancario: l'Euribor a tre mesi è sceso al 2,25%, dal 2,31% di ieri, toccando i minimi dal 28 ottobre del 2005. Lo scorso ottobre, nel momento più grave della crisi, l'Euribor a tre mesi, al quale è agganciata la gran parte dei mutui casa, viaggiava 113 punti sopra il tasso di riferimento della Banca centrale europea, oggi siamo a 25 punti base.
Si tratta di segnali incoraggianti dal fronte della liquidità bancaria, dopo che la Bce la scorsa settimana ha riportato a 100 punti base la differenza tra il tasso Refi (adesso al 2%) e il tasso a cui remunera la liquidità che le banche depositano presso l'Eurotower (1%). In precedenza il corridoio era di 50 punti base (0,50%).
Nei fatti il ritorno allo spread dell'1% scoraggia la "tesaurizzazione" da parte delle banche. Infatti, le banche ricevono liquidità dalla Bce pagando il 2%, ma se la depositano presso la banca centrale di Francoforte vengono remunerate soltanto all'1 per cento. La misura, approvata dal Consiglio direttivo il 15 gennaio è entrata in vigore ieri 21 gennaio.
Le conseguenze sono state pressoché immediate: proprio ieri i depositi delle banche presso la Bce sono crollati a 111 miliardi rispetto a 180 miliardi del giorno precedente. La scorsa settimana avevano toccato il massimo storico a 315 miliardi. Prima della crisi finanziaria (fine giugno 2007), i depositi presso la Bce erano di appena 1 miliardo di euro.
Il costante aumento dei depositi negli ultimi 20 mesi è stato spiegato come un riflesso dell'avversione al rischio delle banche che, invece di prestarsi denaro sul mercato interbancario, da dove poi fluisce verso l'economia reale, preferiscono tenerlo in parcheggio. Il miglioramento della situazione, come si è detto, è chiaramente riflesso dai tassi interbancari, con l'Euribor a un mese che viaggia a 1,91%, cioè sotto il 2% del Refi. (a cura di Alberto Annicchiarico)