TOKYO – Due paradossi segnano il cambio della guardia alla Toyota, annunciato ufficialmente oggi con una doppia conferenza stampa a Nagoya e a Tokyo. Akio Toyoda, 52 anni, da giugno diventerà` il numero uno come direttore generale, prendendo il posto di Katsuaki Watanabe, che passerà` alla carica formale di vicepresidente. Il primo paradosso non è inedito, a nessuna latitudine: un membro della famiglia fondatrice prendere le redini dell`azienda in tempi difficili, anche se ormai il controllo della famiglia sul capitale sociale non va oltre un modesto 2 per cento. Per quanto la società sia quotata, insomma, le azioni si pesano e non si contano. A decidere è stato un "consiglio degli anziani" fatto di top manager passati e presenti, in cui la famiglia e` ampiamente rappresentata. Qualche analista finanziario ha storto il naso di fronte a quanto puo` essere percepito come un limite di governance, al di là delle qualità personali di Akio Toyoda, che ha una vasta esperienza internazionale di management. Secondo alcune indiscrezioni, comunque, anche all`interno della Toyota c`e` stato qualche dissenso sulla opportunita` di far pagare a Watanabe l`improvvisa crisi generale dei mercati automobilistici, che ha lasciato il gruppo con un eccesso di capacita` e provochera` la prima perdita operative della storia aziendale. Al "giovane" Toyoda, ora, sta davanti un compito che la prima Casa giapponese non svolge da molti anni: generare redditivita` in un contesto di mercato declinante anziche` di espansione. Il secondo paradosso della giornata e` forse senza precedenti: il cambio della guardia annunciato in mezzo a un`atmosfera di crisi (tra forti tagli alla produzione e al personale) coincide con la notizia che Toyota e` diventata il primo gruppo automobilistico mondiale. Nel 2008 la societa` ha infatti venduto 8,972 milioni di autoveicoli, con un calo del 4% che risultera` inferiore a quello delle vendite di General Motors. Mai si sarebbe potuto immaginare che un simile traguardo storico per l`industria giapponese potesse essere conseguito in una atmosfera tanto depressa, quasi che Toyota vivesse una crisi simile a quella di Detroit.