Nel dicembre scorso sono andati persi oltre 500.000 mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito al 7,2%
Quasi 2,6 milioni di posti di lavoro persi nell'ultimo anno, il più drastico crollo dal 1945, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E un tasso di disoccupazione impennatosi di 0,4 punti al 7,2%, la soglia più elevata in sedici anni, dal 1993. Il 2008 si è congedato lasciando gli Stati Uniti in preda ai sintomi d'una recessione sempre più grave: in dicembre sono svaniti 524mila impieghi, il dodicesimo mese consecutivo di flessioni generalizzate, che hanno colpito il settore manifatturiero come i servizi.
Il precipitare della crisi occupazionale, che prosegue nell'anno nuovo tra ondate di licenziamenti nella Corporate America, presenta la sfida più difficile per la nuova amministrazione di Barack Obama. In contemporanea con le statistiche di dicembre, il gigante aerospaziale Boeing ha annunciato 4.500 licenziamenti dopo che nei primi otto giorni del 2009 aziende del calibro di Alcoa nell'alluminio e di Cigna nelle assicurazioni hanno deciso riduzioni del personale tra il 4 e il 14,5 per cento. Abbastanza da far temere agli analisti l'arrivo di un anno peggiore del 2008, con perdite di posti di lavoro comprese tra i due e i cinque milioni e un tasso di disoccupazione vicino al 10 per cento. «È il momento di agire e di agire in fretta», ha dichiarato ieri Obama. E il futuro ministro del Lavoro Hilda Solis, ieri al Senato per l'apertura delle audizioni sulla sua conferma, ha denunciato una «situazione di crisi».
Il presidente eletto ha ormai da settimane in preparazione un piano di stimolo dell'economia da forse 800 miliardi di dollari in due anni con l'obiettivo di creare o salvare tre milioni di posti di lavoro. Ma sulla strada di una rapida approvazione del super-pacchetto hanno cominciato a sorgere ostacoli: le correnti più progressiste del partito democratico accusano Obama di eccessiva prudenza e chiedono maggiori investimenti pubblici in infrastrutture, fino a 1.300 miliardi. Mentre moderati e opposizione repubblicana invocano sgravi fiscali e meno spesa. Obama, nella bozza del piano, ha ipotizzato 310 miliardi di dollari in riduzioni delle tasse per i ceti medi. In un gesto diplomatico volto a superare pericolose polemiche ha invitato i critici in Congresso al dialogo: «Se avete proposte migliori delle mie, sono le benvenute». Anche la Federal Reserve, dopo aver esaurito l'arsenale dei tagli dei tassi d'interesse, dovrà mettere alla prova nuove strategie per contribuire a sbloccare il credito e restituire vitalità all'economia.
L'incertezza sulle terapie anti-recessione e sul mercato del lavoro hanno tenuto sulle spine Wall Street. L'indice Dow Jones è arretrato dell'1,64%, il Nasdaq del 2,81% e lo Standard and Poor's 500 dell'2,13 per cento. Gli ultimi dati sull'occupazione, anche quando esaminati in dettaglio, hanno alimentato il pessimismo su profondità e durata della crisi. Il dipartimento del Lavoro ha rivisto in negativo i dati di ottobre e novembre: nei due mesi sono andati persi rispettivamente 423mila e 584mila buste paga: 154mila più delle stime iniziale. Con queste revisioni e le cifre di dicembre, soltanto negli ultimi quattro mesi sono stati eliminati due milioni di impieghi. Spingendo le perdite per l'intero anno a sfiorare quelle del 1945, pari a 2,8 milioni, anche se da allora a oggi la forza lavoro è triplicata. E il mese scorso il clima economico è stato semmai ancor più preoccupante di quanto indicato da simili numeri: se ai disoccupati si aggiungono impieghi marginali e part-time forzato, gli americani senza lavoro o sottoccupati sono ormai il 13,5%, in aumento di sei punti percentuali in un anno.
In dicembre, sotto il profilo settoriale, le imprese manifatturiere hanno eliminato 149mila buste paga, oltre 20mila nel comparto automobilistico. Nelle costruzioni sono stati cancellati 101mila posti e nei servizi 273mila, compresi 67mila nel commercio al dettaglio, 22mila nell'ospitalità e 14mila nella finanza. Tra i gruppi che hanno annunciato le più significative riduzioni del personale si sono contati il mese scorso colossi delle telecomunicazioni quali At&t, della chimica quali DuPont e istituti di credito quali Bank of America.
La creazione di posti di lavoro è stata invece limitata al settore pubblico, alla sanità e dell'istruzione, capaci di aggiungere 52mila impieghi. In altri segnali di gelo, la settimana lavorativa media si è accorciata a 33,3 ore, la più breve dal 1964. E i salari sono aumentati di un modesto 0,3%, a 18,36 dollari l'ora in dicembre, e del 3,7% nel corso del 2008.