«Il tema della separazione della rete non è più in agenda». Lo ha sottolineato l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè. La questione, ha precisato il manager, è stata superata dalla creazione di Open Access, divisione autonoma e separata dalle funzioni commerciali per gestire la rete d'accesso.
Il tema dello scorporo, ha ricordato Bernabé, «nasce due anni e mezzo fa con l'emendamento Gentiloni che lo prevedeva come estremo rimedio nel caso di insufficiente concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. Ma in due anni e mezzo è cambiato il mondo. Soprattutto nell'ultimo anno noi ci siamo impegnati in un processo di riorganizzazione interna che ha portato a Open Access e che abbiamo sottoposto all'Autorità come progetto volontario di trasformazione organizzativa finalizzato ad aumentare la concorrenza».
Si è trattato, ha proseguito, di un processo «negoziato con l'Autorità che ha portato alla definizione dei nostri impegni e all'approvazione da parte dell'Autorità, rendendo operativa dal primo gennaio Open Access». Tutto questo ha di fatto reso «superato» il processo avviato con l'emendamento Gentiloni. «Se qualcuno ora vuole costituire una società delle reti è liberissimo di farlo, lo è lo Stato e lo sono i competitor. Il tema è all'interno della normale dinamica industriale nostra o degli altri operatori», ha concluso.
Bernabé ha poi aggiunto che Telecom non ricorrerà al mercato. «Il mercato delle emissioni obbligazionarie - ha detto - in questo momento si è aperto. Noi abbiamo collocato un bond nelle ultime settimane e c'è un notevole appetito per corporate bond di società che abbiano un business stabile come il nostro. Quindi, da un punto di vista, il mercato è cambiato in positivo». Sulla possibile apertura del capitale di Telecom, Bernabè ha quindi concluso che «chiunque può comprare in Borsa e diventare socio». Titolo positivo in Borsa al giro di boa di metà seduta.