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In bilico bonus per 100 milioni

di Gianni Dragoni

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20 Novembre 2008

Banchieri a stipendio fisso. Ma con una retribuzione che resta di alcuni milioni di euro all'anno. Potrebbe essere questo lo scenario delle buste paga 2008 nel «pay watch» dei massimi dirigenti delle banche italiane.

La crisi finanziaria, con il crollo di risultati e quotazioni, ha messo in dubbio l'erogazione dei bonus di fine anno, che si sommano allo stipendio base. I premi di risultato nel 2007 sono stati pari a circa 100 milioni per i più alti dirigenti delle banche italiane quotate, secondo un'inchiesta del Sole 24 Ore.

Per ora è uscito allo scoperto solo Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, la vittima principale dello tsunami finanziario.

Unicredit ha ridotto gli utili del 36% nei primi nove mesi a 3.424 milioni, ha chiesto ai soci un aumento di capitale da tre miliardi, non distribuirà il dividendo sul 2008 in denaro ma in azioni, risparmiando altri 3,6 miliardi di cassa. Quest'anno il gruppo non raggiungerà gli obiettivi: di conseguenza, ha detto Profumo ai soci il 14 novembre, «ci sarà il taglio totale del mio variabile».

Stando a quest'isolato outing, il banchiere genovese non incasserà il bonus, che nel 2007 è stato di 5,95 milioni e ha elevato i suoi compensi monetari complessivi a 9,427 milioni lordi. A Profumo resta lo stipendio base, l'anno scorso pari a 3,477 milioni lordi.

Sorte analoga potrebbe toccare ai «dirigenti con responsabilità strategiche». Una ventina di alti dirigenti che, secondo quanto riporta in aggregato il bilancio di Unicredit, nel 2007 hanno ricevuto «bonus e altri incentivi» per 35,28 milioni e «altri compensi», in sostanza lo stipendio base, per 19,27 milioni. Di questo gruppo fanno parte i tre «deputy Ceo», Sergio Ermotti, Paolo Fiorentino, Roberto Nicastro, il Cfo Ranieri De Marchis.

Anche a Verona, al Banco Popolare, il gruppo nato a metà 2007 dalla fusione tra l'ex Bpvn e l'ex Popolare di Lodi, è già maturato un nitido orientamento per l'eliminazione dei bonus. Fonti autorevoli confermano che l'amministratore delegato Fabio Innocenzi non riceverà il bonus, pari l'anno scorso a quasi 800mila euro, su un compenso lordo che ha sfiorato i due milioni. Innocenzi ha inoltre percepito «benefici non monetari» per 747mila euro, che consistono essenzialmente nell'accantonamento di una somma che sarà pagata al momento della pensione. Questa voce potrebbe rimanere.

Neanche gli altri top manager del Banco Popolare riceveranno la gratifica di risultato. Il presidente del consiglio di sorveglianza, Carlo Fratta Pasini, non ha il bonus: all'assemblea del 3 maggio ha però annunciato che il suo compenso è ridotto a 600mila euro lordi l'anno, il 40% in meno rispetto alla somma che gli era riconosciuta in precedenza.

Dalle altre principali banche non filtrano indicazioni, le decisioni sui bonus verranno prese con la verifica dei risultati a fine anno. In particolare, non vi sono ancora indicazioni puntuali da Intesa Sanpaolo, l'altro campione nazionale del credito.

I vertici della banca hanno stipendi sensibilmente inferiori al concorrente Unicredit, ma hanno potuto integrarli nel 2005 e 2006 con copiose stock option, poi soppresse su sollecitazione del presidente, Giovanni Bazoli. L'amministratore delegato e direttore generale, Corrado Passera, nel 2007 ha percepito 1,5 milioni di bonus e due milioni di stipendio fisso, per un totale di 3,503 milioni lordi. Ha guadagnato 2mila euro più di lui il direttore generale vicario, Pietro Modiano, che aveva un bonus di 2,2 milioni.

Secondo la relazione sul governo societario di Intesa Sanpaolo, i compensi dell'a.d. e dei direttori generali «risultano essenzialmente strutturati» in tre voci: una retribuzione annua fissa; un premio variabile corrisposto su base annua in caso di raggiungimento degli obiettivi di budget di ogni esercizio; un ulteriore premio variabile, corrisposto una tantum, in caso di realizzazione del piano d'impresa 2007-2009. La verifica sul raggiungimento degli obiettivi sarà fatta nel comitato remunerazioni, composto da Gianluca Ponzellini (presidente), Giulio Lubatti, Eugenio Pavarani, quindi sottoposta agli organi collegiali.

Accertato che i profitti dei primi nove mesi sono diminuiti del 44% a 3.778 milioni, il consiglio di gestione ha intanto deciso «di non distribuire dividendi in contanti per l'esercizio 2008». Questo probabilmente influenzerà anche la valutazione sul pagamento (tutto o in parte) dei bonus. Il discorso si estende agli «altri dirigenti con responsabilità strategica» di Intesa, che nel 2007 hanno ricevuto 8,08 milioni di bonus e 7,27 milioni di stipendio.

Gode di miglior salute Ubi banca: l'utile netto dei nove mesi è salito del 18% a 620 milioni, ma il titolo finora ha perso il 36,6%, anche se meno di molti altri. Nel 2007, grazie alle operazioni straordinarie che hanno portato alla fusione dell'ex Bpu e dell'ex Banca Lombarda, l'a.d. Giampiero Auletta Armenise ha ricevuto 3,9 milioni di bonus (5,7 milioni lo stipendio totale). E il presidente dell'Abi Corrado Faissola, che era vicepresidente del consiglio di gestione di Ubi, ha avuto 2,075 milioni di bonus, con 3,03 milioni di compenso totale. Qui i bonus dovrebbero, almeno in parte, essere salvi.

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