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Le buste paga nascoste dei manager di seconda fascia

di Gianni Dragoni

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14 Febbraio 2009

È un cono d'ombra che le norme sulla trasparenza dei bilanci non sono riuscite a illuminare. Neppure l'invito alla maggior trasparenza lanciato una settimana fa da Consob, Banca d'Italia e Isvap in un documento rivolto alle società quotate affronta l'argomento. Si tratta degli stipendi dei «dirigenti con responsabilità strategiche». Sono le seconde linee, con buste paga che possono essere anche di alcuni milioni di euro all'anno, ma rimangono anonime. Nei bilanci vengono indicate solo come aggregato, non in dettaglio con i nomi e l'importo.

Questa categoria viene immediatamente a ridosso dei vertici aziendali – presidenti, amministratori delegati, direttori generali e altri componenti dei consigli di amministrazione, o di sorveglianza e di gestione – gli unici dei quali i bilanci delle società quotate, secondo la legge Draghi del 1998 e le disposizioni Consob, devono rendere pubblici i compensi a livello individuale.

Eppure anche i dirigenti "strategici" occupano posizioni di alta responsabilità e di conseguenza possono avere buste paga pesanti. Azionisti e investitori avrebbero tutto l'interesse (e il diritto) a conoscerle, per valutarne la correttezza rispetto ai risultati e ai meriti. La spinta alla trasparenza dovrebbe suggerire di estendere l'obbligo di indicare nei bilanci i compensi individuali almeno per i componenti più importanti della categoria o per coloro che, anche tenendo conto delle dimensioni dell'azienda, superino determinate soglie.

Nelle società maggiori i dirigenti "strategici" possono percepire compensi di alcuni milioni di euro lordi all'anno. Cioè più dell'amministratore delegato di un'azienda di medie dimensioni.

Il caso più rilevante, per valore, riguarda il gruppo UniCredit. L'ultimo bilancio riferisce che nel 2007 i «dirigenti con responsabilità strategiche», esclusi l'amministratore delegato Alessandro Profumo, il presidente Dieter Rampl, i cinque vicepresidenti e gli altri componenti del cda, hanno ricevuto complessivamente 54,55 milioni lordi, di cui 35,28 milioni come «bonus e altri incentivi». La relazione sulla corporate governance ne indica i nomi, sono 24 soggetti, inclusi coloro che si sono avvicendati nella stessa casella: una semplice media attribuirebbe a ogni dirigente strategico di UniCredit uno stipendio di circa 2,3 milioni lordi nel 2007. In realtà, le posizioni sono differenziate. C'è chi ha guadagnato molto di più della media e chi ovviamente sta sotto.

Fanno parte della categoria i tre deputy Ceo, i vice amministratori delegati: Sergio Ermotti, che ha appena sostituito Profumo come presidente del consiglio di sorveglianza della controllata tedesca Hvb, Paolo Fiorentino, Roberto Nicastro. È verosimile che i tre "vice Profumo" abbiano ricevuto compensi ampiamente superiori ai 3 milioni lordi ciascuno, probabilmente superiori a quelli dei vertici della banca concorrente, Intesa Sanpaolo, che sono indicati nel bilancio 2007: 3,5 milioni lordi l'amministratore delegato Corrado Passera e l'allora vicedirettore generale vicario Pietro Modiano, 2,5 milioni l'allora vicedirettore generale Enrico Micheli.

Perché in un bilancio è indicato il compenso del vicedirettore generale (Intesa) e in un altro non c'è lo stipendio del viceamministratore delegato (UniCredit), carica più elevata? Ecco un caso in cui la Consob potrebbe intervenire per migliorare la trasparenza. Peraltro sono compresi tra i dirigenti strategici di UniCredit i quattro vicedirettori generali, Dario Frigerio, Vittorio Ogliengo, Erich Hampel e il Cfo Ranieri De Marchis: anche le loro buste paga sfuggono alla regola della pubblicità, a differenza di quelle degli omologhi di Banca Intesa.

Anche Intesa Sanpaolo però ha la sua categoria di «altri dirigenti con responsabilità strategica» dalle buste paga anonime: hanno ricevuto nel complesso 15,35 milioni lordi nel 2007, di cui 7,27 di bonus. Quanti e chi siano il bilancio non lo spiega. Fa parte di questo nucleo Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate finance e investment banking, l'uomo chiave del piano per la nuova Alitalia. Il presidente della banca, Giovanni Bazoli, ha annunciato due giorni fa «una svolta» nei compensi dei top manager per correggere gli «eccessi», «con più misura e moderazione e un riferimento maggiore e stringente a quelli che sono i risultati».

Andando altrove, al Credem di Reggio Emilia i dirigenti strategici hanno ricevuto nel 2007 8,78 milioni lordi, compresi 7,1 milioni di bonus; a Siena a Banca Mps 6,1 milioni; a Trieste alle Generali 5,2 milioni.

Alla Fiat i 17 dirigenti con responsabilità strategiche nel 2007 hanno ricevuto 18,93 milioni lordi: la media è di 1,1 milioni a testa. Come all'Enel, il cui bilancio 2007 dice che i 15 dirigenti strategici sono i direttori di funzione di Enel Spa e i direttori di divisione: hanno ricevuto 17 milioni lordi. Nel gruppo Telecom i dirigenti strategici al di fuori del cda e dei direttori generali avevano compensi per 8,98 milioni nel 2007.

  CONTINUA ...»

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