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Citigroup: il Tesoro Usa vuole il 25-40% del capitale

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23 febbraio 2009
DOSSIER / Tutti i piani anticrisi del Governo americano

Le autorità Usa stanno studiando la nazionalizzazione parziale di Citigroup. Lo ha scritto il Wall Street Journal nella sua edizione on-line, sostenendo che lo Stato dovrebbe rilevare tra il 25 e il 40% dell'istituto. «È possibile che le trattative falliscano - scrive Wsj - ma il governo potrebbe trovarsi in mano fino al 40% delle azioni ordinarie di Citigroup. I dirigenti della banca sperano che la quota della quale si approprierà lo stato sia attorno al 25%».

Le voci su una nazionalizzazione circolavano già la scorsa settimana sia per Citigroup che per Bank of America, entrambe già ricapitalizzate nei mesi scorsi per circa 45 miliardi di dollari ciascuna. La scorsa settimana le azioni di Citigroup hanno accusato un tonfo del 41% e quelle di Bank of America del 31%. Wall Street Journal ha interpellato il portavoce di Bank of America, che ha dichiarato che l'istituto di Charlotte (Caroline del Nord) non ha intavolato discussioni per un eventuale ingresso nel capitale da parte del governo. «Non vediamo alcuna ragione per tale operazione», ha detto il portavoce di Bank of America al quotidiano.Lo Stato potrebbe trasformare gran parte delle azioni preferred, senza diritto di voto, in azioni ordinarie. Tale prospettiva era già circolata in Borsa nei giorni scorsi e aveva fatto precipitare le quotazioni.

Il Wall Street Journal ha precisato che al momento le trattative proseguono tra i responsabili della Fed e le altre autorità di regolamentazione. In un secondo momento il progetto sarà poi presentato all'amministrazione del presidente Barack Obama. Peraltro proprio venerdì scorso sia la Casa Bianca che il Tesoro avevano sostenuto un sistema bancario privato. «L'amministrazione continua a credere fermamente che un sistema bancario privato rappresenti la soluzione per sopravvivere», ha detto il presidente.

Uno 007 per controllare il piano di aiuti. Oggi il presidente americano Barack Obama dovrebbe nominare Earl Devaney a capo di una squadra di superispettori del ministero dell'Interno con un compito ben preciso: controllare che i finanziamenti federali decisi dal piano di stimolo vengano regolarmente ed effettivamente spesi, e che sia garantita la assoluta trasparenza di ogni operazione. Devaney è un ex agente dei Servizi Segreti e sarà il responsabile dell'organismo preposto al controllo del corretto utilizzo del piano di stimolo economico da 787 miliardi varato la settimana scorsa dalla Casa Bianca. La decisione vuole essere una sorta di replica alle critiche crescenti che gli arrivano dal fronte repubblicano e che lo accusano di aver dato vita a un piano che, anziché rilanciare l'economia, è destinato al contrario a sprecare un fiume di denaro. Come ispettore generale del ministero dell'Interno, Earl Devaney è stato a capo di indagini che hanno portato a scoprire diversi scandali. Fino al 1991 aveva lavorato nel Secret Service.

La tassa di solidarietà per tagliare il deficit. Obama dovrebbe formalizzare la nuova nomina nel corso di un vertice sulla "Responsabilità fiscale" con Joe Biden, membri del Congresso e altri gruppi. Nel vertice si parlerà della proposta di Obama di introdurre una tassa di solidarietà per i redditi superiori a 250mila dollari annui per ridurre il deficit statale.

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