«Le disponibilità cash del gruppo Fiat a fine 2008, pari a 3,9 miliardi di euro, unitamente a una riduzione del cash flow operativo previsto sono ritenute insufficienti per coprire completamente il fabbisogno potenziale legato alle spese di capitale, capitale operativo, necessità quotidiane e scadenze del debito nei prossimi 12 mesi». Così Falk Frey, senior vice presidente di Moody's, nella sua ultima "Credit opinion" su Fiat.
Moody's ha declassato il 23 febbraio scorso il rating di Fiat a lungo a 'Ba1', da 'Baa3', e quello a breve a 'Not-Prime' da 'Prime-3', concludendo la revisione avviata il 15 gennaio. L'outlook è negativo in quanto, spiega Frey, «riflette la forte dipendenza del gruppo dal continuo sostegno delle sue banche di fiducia rispetto al rinnovo delle linee bancarie a breve e alla capacità del management di ottenere cash rapidamente dal capitale operativo per sostenere la posizione finanziaria globale del gruppo». L'outlook negativo, aggiunge Frey, «anticipa un forte calo dei mercati chiave di Fiat e la sfida per il management di ridurre adeguatamente la produzione al calo della domanda». Frey rileva in particolare che la diversificazione regionale di Fiat a livello di ricavi e redditività resta un fattore a rischio per la stabilità della performance finanziaria del gruppo in caso di un deciso declino dei suoi principali mercati. Fiat «resta fortemente dipendente dal mercato italiano e da quello brasiliano, dove ha venduto il 64% delle sue vetture e veicoli commerciali nel 2008. Moody's stima che i volumi dei due mercati caleranno del 15% o più nel 2009».
L'agenzia osserva anche che negli ultimi tre anni la redditività operativa del gruppo e i ricavi dalle attività industriali sono migliorati sensibilmente, ma si aspetta che la redditività operativa «si eroderà sensibilmente a causa delle attese di una decisa flessione dei volumi nel 2009 e di limitate prospettive di una significativa ripresa nel 2010». L'agenzia nota inoltre che negli ultimi tre anni i corsi azionari di Fiat si sono rafforzati, ma vede importanti sfide in questo ambito a causa dell'assenza di nuovi modelli di grandi volumi. Moody's osserva infatti che «una cornice temporale estesa per il rinnovo di importanti modelli è stata una ragione cruciale per l'erosione periodica della posizione concorrenziale di Fiat in segmenti e in categorie di prodotto chiave in passato». L'agenzia definisce quindi «improbabile un aumento del rating nei prossimi 12-18 mesi», anche se l'outlook potrebbe diventare stabile se il gruppo riuscirà a rafforzare il suo profilo di liquidità su base sostenibile e dimostrerà una ripresa maggiore del previsto della redditività. Il rating potrebbe invece peggiorare, conclude d'altra parte Moody's, «se il mercato andrà peggio del previsto quanto a volumi e prezzi e se il gruppo non sarà capace di aggiustare la capacità in modo tempestivo e adeguato con ulteriore assorbimento di cash da parte delle operazioni industriali invece del previsto cash flow industriale positivo di oltre un miliardo nel 2009». (Il Sole 24 Ore-Radiocor)